Abercrombie costretto ad aprire ai “grassi”

Di Elisabetta Longo
25 Novembre 2013
Il grande marchio americano ha sempre cercato di avere clienti belli e in forma. Ma ora per non perdere incassi è costretto ad aprire a nuove fasce di clienti

Cosa non si fa per non fallire. Se lo sta chiedendo Abercrombie & Fitch, la grande catena di abbigliamento americana, da sempre contro i clienti in sovrappeso. Che adesso, per aumentare i profitti, sta pensando di mettere in produzione anche capi oltre la taglia 40/42. Come se una 44/46 fosse considerata obesità.

INTROITI IN PERDITA. In molti avevano protestato per questa scelta così rigida, ma adesso è lo stesso Abercrombie & Fitch a rendersi conto di avere imboccato una scelta controproducente. Nel terzo trimestre la catena ha infatti riscontrato una perdita, a causa di un calo inferiore di vendite. E anche in borsa non è andata meglio, visto che la perdita è stata di 15,64 milioni di dollari, cioè 0,20 cent per azione, che l’anno precedente valeva 1,02 dollari. La polemica sulle taglie forti escluse dalla catena si è diffusa sul web, e la popolarità del marchio è scesa. La blogger Jes M. Baker ha posato in tutta la sua formosità con una tshirt Abercrombie, stretta tra le braccia di un modello. La didascalia della foto diceva “attraente e grassa”, seppur indossando una maglietta da uomo, perché quella da donna non le sarebbe andata. La foto è girata così tanto sul web che la catena non ha potuto ignorarla.

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