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Tre giovani donne raccontano a Tempi l’incubo che le attanaglia e la speranza che le sostiene ora, nel presente, perché il loro passato è carico di morte e orrore e il futuro nelle mani di un Dio che ognuna chiama con un nome diverso, ma che ognuna sente vicino.
Le tre donne sono una palestinese di Gaza, musulmana sunnita che vive sfollata e muovendosi tra le varie zone della Striscia per sfuggire ai bombardamenti portando con sé la figlia mutilata delle braccia e delle gambe e un altro figlio piccolo; una ragazza di Tel Aviv, ebrea sopravvissuta al massacro e agli stupri perpetrati da Hamas il 7 ottobre 2023; una palestinese cattolica di Betlemme. Quest’ultima ci ha chiesto – «se possibile», dice con gentilezza e affidandosi alla nostra decisione – di non fare il suo vero nome e di non pubblicare la sua foto. Ha due figlie piccole da proteggere, ferite nell’anima.
La storia di Amal
Amal, 30 anni, e i suoi figli Rafa, 11 anni, e Ahmed, 6 anni: l’avevo incontrata poco prima del 7 ottob...
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