Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Interni

Lo Stato tratta gli insegnanti delle scuole paritarie come docenti di serie B

Si dice che il lavoro nobiliti l’uomo, ma cosa accade quando questo diritto ampiamente esercitato da alcuni cittadini non viene riconosciuto dalla Res Publica che dovrebbe tutelarlo?

Filomena Pinca
12/09/2018 - 23:11
Interni
CondividiTwittaChattaInvia

Continua il dibattito sulle scuole paritarie: qui potete leggere i precedenti contributi (1, 2, 3, 4). Riceviamo e pubblichiamo.

Chi vuole cancellare il finanziamento alle scuole paritarie, fa appello all’articolo 33 della Costituzione, ricordando che gli istituti privati devono andare avanti «senza oneri per lo Stato». Benissimo. Fa sempre bene leggere gli atti originali e ripercorrere la nostra storia. Correva l’anno 1947 e in aula a Montecitorio si dibatteva l’articolo 27 della Carta, divenuto 33 nella stesura definitiva. Epicarmo Corbino, liberale, presentò un emendamento, firmato da svariati deputati che aggiungeva «senza oneri per lo Stato» al testo già approvato «enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione». Giovanni Gronchi (Dc) lamentò che così si sarebbe negato allo Stato di concorrere a sostenere scuole non solo di enti religiosi, ma altresì di enti comunali e provinciali. Corbino intervenne per tranquillizzarlo, dando la lettura autentica del proprio emendamento: «Noi non diciamo che lo Stato non potrà mai intervenire a favore degli istituti privati: diciamo solo che nessun istituto privato potrà sorgere con il diritto di avere aiuti da parte dello Stato. È una cosa diversa: si tratta della facoltà di dare o non dare». Si trattava dunque di sottrarre al “privato” che volesse istituire una scuola il diritto di pretendere contributi pubblici, non già di negare allo Stato la concessione di tali aiuti.

Ora un bel salto temporale fino ai nostri giorni. 10 marzo 2000: viene istituito il Sistema nazionale di istruzione, di cui fanno parte le scuole statali e le scuole private e degli enti locali dichiarate “paritarie”. Il riconoscimento della parità scolastica inserisce la scuola paritaria nel sistema nazionale di istruzione e garantisce l’equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti, le medesime modalità di svolgimento degli esami di Stato, l’assolvimento dell’obbligo di istruzione, l’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi valore legale e, più in generale, impegna le scuole paritarie a contribuire alla realizzazione della finalità di istruzione ed educazione che la Costituzione assegna alla scuola. Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico e devono accogliere tutti coloro che, accettandone il progetto educativo  richiedano di iscriversi, compresi gli alunni e studenti “con handicap”.

LEGGI ANCHE:

Gli studenti del liceo paritario scienze umane Sacra Famiglia affrontano la prova scritta per l'esame di maturità a Torino 22 giugno 2022

Che due palline ‘sti temi di Maturità

23 Giugno 2022
Isabel Díaz Ayuso, presidente della Comunidad de Madrid

Madrid si ribella (ancora una volta) all’indottrinamento socialista a scuola

19 Giugno 2022

Anno 2005: l’art. 1 del decreto legge del 5 dicembre stabilisce la funzione pubblica delle scuole paritarie. Anno 2018: «I finanziamenti alla scuola paritaria tolgono soldi a quella pubblica e sono contro la Costituzione». Ormai questo “conflitto” tra favorevoli e contrari alla spesa per le paritarie è diventato un tormentone, molto spesso basato più su ragioni ideologiche che di convenienza economica, eppure i numeri sembrano parlar chiaro: le scuole paritarie sono frequentate da 1 milione e 300 mila studenti contro i circa 9 milioni delle statali; la spesa media statale per ogni studente delle paritarie è di circa 490-500 euro annui, si va dai 600 euro per le scuole materne addirittura a 50 euro spesi per le superiori contro i 7.500 euro per uno studente di scuola statale. Se le paritarie chiudessero, il sistema scolastico statale pagherebbe di botto 9 miliardi e 750 milioni in più, senza considerare poi il dover trovare la disponibilità immediata di altri edifici agibili per accogliere questi studenti.

Cosa fare? La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. Molti genitori che hanno scelto per i loro figli le paritarie fanno notare che da cittadini pagano regolarmente le tasse, ma non usufruiscono del servizio della scuola statale, dunque trovano giusto che ci sia almeno un contributo da parte dello Stato per la scuola frequentata dai loro figli. A tal proposito tornerebbe utile il “costo standard” di cui parla suor Anna Monia Alfieri che permetterebbe di quantificare un “buono scuola” assegnato direttamente alla famiglia e non alla scuola, affinché possa esercitare il suo diritto di scelta educativa. Io sono d’accordissimo con quello che lei sostiene: «Considerare le spese per l’istruzione non come costi ma come investimenti in capitale umano». Parallela alla questione finanziamenti, ve n’è un’altra ancora più spinosa: il docente di scuola paritaria è un docente di Serie B.

Si dice che il lavoro nobiliti l’uomo cioè che lo renda nobile, migliore. Il lavoro è fondamentale, lo sancisce anche la nostra Costituzione nell’Art.1, indispensabile, necessario. Senza lavoro c’è il nulla.
Cosa accade però, quando questo diritto ampiamente esercitato da alcuni cittadini non viene riconosciuto dalla Res Publica che dovrebbe tutelarlo? La ripetuta esclusione dai Ccni di mobilità, nella parte relativa alle Note comuni, del servizio prestato nelle scuole paritarie, palesemente in contrasto con una legge nazionale e con i principi comunitari di non discriminazione e di parità di trattamento, mi lascia sgomenta. Nella gerarchia delle fonti, la contrattazione collettiva assume una posizione intermedia, al di sopra della quale si trovano la legge, la Costituzione, le norme di diritto internazionale, i regolamenti e le direttive comunitarie dispositive.

Il nostro Legislatore ha previsto che il contratto collettivo nazionale possa contenere delle deroghe alle disposizioni di legge a condizione, però, che esse siano più favorevoli per il lavoratore. Non mi pare che i vari Ccni abbiano applicato la derogabilità in melius, anzi, non si è fatto altro che avvallare la disparità di trattamento tra soggetti che svolgono uno stesso lavoro. Vorrei aggiungere un’ultima riflessione per coloro che gridano all’untore di manzoniana memoria contro il docente di scuola paritaria: «Sei stato assunto per conoscenza! Ti fai “sfruttare” solo per il punteggio». Se ne siete convinti, cosa aspettate? Denunciate i diplomifici, mandate gli ispettori del Miur, denunciate chi crea ma anche chi si rende complice di questo sistema che ha contribuito a gettare fango sulla scuola.

Nella paritaria “sana” io ci sono stata e ho dovuto assistere impotente alla sua chiusura per motivi economici; “scelta” perché, tra tante domande pervenute al Magistrale, ero l’unica a possedere l’abilitazione Ssis in latino e tra i diversi requisiti previsti per ottenere lo status di paritaria vi è proprio l’abilitazione del personale docente (quarto comma dell’art. 1 della legge 62 del 2000, lettera g). Se a disturbare tanto è l’assunzione lasciata direttamente alle scuole in base al proprio regolamento, che può essere un bando oppure una graduatoria stilata in base alle domande pervenute, chiedo a chi ne ha il potere di aggiungere un ulteriore requisito per buona pace di tutti, anche se la sentenza 1102/2002 del Consiglio di Stato aveva già affrontato l’argomento del differente sistema di reclutamento con un bel «lungi dall’incidere sulla pari dignità degli insegnamenti».

Foto Ansa

Tags: EducazioneistruzioneScuolascuola paritariascuola stataleScuole Paritarie
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Gli studenti del liceo paritario scienze umane Sacra Famiglia affrontano la prova scritta per l'esame di maturità a Torino 22 giugno 2022

Che due palline ‘sti temi di Maturità

23 Giugno 2022
Isabel Díaz Ayuso, presidente della Comunidad de Madrid

Madrid si ribella (ancora una volta) all’indottrinamento socialista a scuola

19 Giugno 2022

O la scuola educa o è solo un posto dove far rispettare delle regole

6 Giugno 2022

Professionismo dell’educazione? Non fateci ridere

1 Giugno 2022
Matematica per tutti

2+2 fa 1.000 (ragazzini alla gara di matematica)

1 Giugno 2022
Pap Ndiaye Francia Macron

La virata woke di Macron passa per il ministero dell’Educazione

24 Maggio 2022

Video

Foto Red Dot per Unsplash
Ambiente

Stop auto endotermiche? «Decisione ideologica»

Redazione
9 Giugno 2022

Altri video

Lettere al direttore

Fermare la guerra infinita

Carlo B. Scott Visconti
24 Giugno 2022

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    In questi tempi strani capita perfino di ritrovarsi d’accordo con Calenda
    Lodovico Festa
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Il cardinale Marx e la Chiesa “alla moda”
    Peppino Zola
  • Cartolina dal Paradiso
    Cartolina dal Paradiso
    L’ideale cristiano non è la brava persona di successo, ma il santo
    Pippo Corigliano
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Vasilij Grossman, la Russia e Macron
    Rodolfo Casadei
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    I sabati di lavoro dei profughi ucraini per i polacchi «in segno di gratitudine»
    Angelo Bonaguro

Foto

Egisto Corradi
Foto

La faccia più vera

26 Maggio 2022
Foto

Il potere dei senza potere e la guerra in Ucraina

20 Maggio 2022
Foto

“Investire in educazione”. Incontro sulla mostra “Alleanza scuola lavoro”

10 Maggio 2022
Foto

“Droga, le ragioni del no. Scienza, prevenzione, contrasto, recupero“

2 Maggio 2022
Foto

Avsi Run al Parco di Monza per sostenere i progetti dell’ong in Ucraina

27 Aprile 2022

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2021: euro 155.773,68. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist