Obama firma le sanzioni contro Gheddafi

Di Redazione
27 Febbraio 2011
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunirà oggi alle 17 ora italiana al Palazzo di Vetro per votare l'imposizione di sanzioni alla Libia. Il capo degli Stati Uniti ha firmato ieri sera una serie di sanzioni contro la Libia, che comprende anche il congelamento dei beni di Muammar Gheddafi e dei suoi familiari

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu si riunirà oggi alle 17 ora italiana al Palazzo di Vetro per votare l’imposizione di sanzioni alla Libia. Il pacchetto, intorno a cui c’è l’accordo, prevede embargo sulle armi, congelamento dei beni, limite ai viaggi dei dignitari e un riferimento a eventuali crimini contro l’umanità. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, è stato determinato: “Perdere altro tempo significa perdere più vite”, ha detto parlando davanti al Consiglio. Lunedì Ban incontrerà il presidente americano Barack Obama.

Il capo degli Stati Uniti ha firmato ieri sera una serie di sanzioni contro la Libia, che comprende anche il congelamento dei beni di Muammar Gheddafi e dei suoi familiari. “L’ordine esecutivo entra in vigore immediatamente e consiste essenzialmente nel blocco dei beni del rais e di almeno quattro suoi familiari depositati negli Stati Uniti: Ayesha, generale dell’esercito nato nel 1976 o 1977; Khamis, nato nel 1980; Mutassim, consigliere per la sicurezza nazionale nato intorno al 1975 e Saif al-Islam, nato il 5 giugno del 1972. Intanto il leader libico ha invitato i suoi sostenitori a prendere le armi contro i manifestanti in un Paese messo a ferro e fuoco, dove le vittime sarebbero già diverse migliaia. Saif al-Islam, figlio del rais, ha però aperto uno spiraglio al dialogo: ha proposto infatti di sospendere gli attacchi agli oppositori del regime e di intavolare dei negoziati” (Corriere.it).

Uno dei motivi per cui Obama ha firmato le sanzioni consiste nel fatto che Gheddafi ha «preso misure estreme contro il popolo libico, tra cui l’uso di armi da guerra e mercenari per commettere violenza contro civili inermi». Come ha affermato attraverso il suo portavoce, «il governo libico ha violato le norme internazionali, la decenza comune e deve essere considerato responsabile. Per tali ragioni queste sanzioni lo colpiscono, mentre proteggono gli asset che appartengono al popolo libico».

 “Saif al-Islam ha offerto negoziati ai ribelli che si oppongono al regime del padre, ma il suo linguaggio non è apparso conciliante. «Abbiamo a che fare con dei terroristi – ha detto venerdì sera -, l’esercito ha deciso di non attaccarli e di dar loro l’opportunità di negoziare. Speriamo di poterlo fare in modo pacifico e lo faremo a partire da domani (sabato, ndr)». Il giovane Gheddafi ha poi negato la presenza di mercenari africani e assicurato che «lo Stato riprenderà il controllo delle città nella parte orientale del Paese». Secondo Saif al-Islam, a Bengasi e in altre città orientali il controllo sarebbe stato assunto dagli islamici e la gente si lamenta del deterioramento delle condizioni di vita. «Alle ragazze viene impedito di girare per le strade – ha affermato -, le scuole sono chiuse e tutto è bloccato dagli islamici»” (Corriere.it). 

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