Libia, bombe sui manifestanti, Gheddafi in bilico – Rassegna stampa/1

Di Redazione
22 Febbraio 2011
A Tripoli ieri sono morte 250 persone, dopo che i caccia hanno sganciato bombe sulla folla e sparato con le mitragliatrici. Sembra che Muhammar Gheddafi stia per cadere, se è vero che i clan più importanti l'hanno già abbandonato

Ieri a Tripoli sono morte 250 persone durante gli scontri tra la folla e l’esercito, che con i caccia ha sganciato bombe e sparato con i mitragliatori sui manifestanti. “Ieri Tripoli ha raggiunto il punto critico, trascinando tutto il Paese in una rivolta che si allinea a quella egiziana. Con un bilancio di vittime altissimo: 233 morti nei primi cinque giorni di violenze, secondo Human Rights Watch. Altri 250 solo ieri a Tripoli” (Avvenire, p. 5).

“In mattinata il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, si è rivolto al Paese in Tv: un discorso con cui intendeva probabilmente stemperare la tensione. […] «Muhammar Gheddafi sta guidando la lotta a Tripoli e vinceremo». Le sue parole, però, non hanno fatto che incendiare la protesta. Migliaia di libici si sono radunati sulla Piazza Verde gridando slogan contro il regime. In un attimo, tutti gli edifici-simbolo di questi 41 anni di potere sono stati dati alle fiamme” (Avvenire, p. 5).

Successivamente, quattro navi da guerra sono comparse nel porto di Tripoli, le forze di sicurezza e i mercenari hanno sparato ad altezza d’uomo sui manifestanti. E poi i “caccia militari libici hanno preso a bersagliare i manifestanti nel centro della capitale con le mitragliatrici e sganciando bombe sui punti di ritrovo. […] Si è combattuto anche a Bengasi. Dopo il massacro di domenica, la seconda città del Paese era stata data per «liberata». […] La diserzione o la semplice fuga della maggior parte dei militari dell’esercito ha determinato la «presa» anche di Tarhouna e Zawiya (ovest), Beida (epicentro della rivolta nei giorni scorsi insieme a Bengasi) e Gialo (est)” (Avvenire, p. 5).

A far credere che la caduta di Gheddafi sia imminente è “il brusco voltafaccia delle principali tribù. […] Ogni differente gruppo tribale ha una rappresentanza nei comitati rivoluzionari e, soprattutto, nelle forze armate. Quando uno lascia, si porta dietro la sua ‘quota’ di militari” (Avvenire, p. 4).

La “famiglia” Warfalla, la più numerosa, ha già abbandonato Gheddafi, insieme al clan Zawahuya, “che controlla il deserto orientale”, e a Zintan, Tebu, Furjan e Azawaeja. “Fonti locali, dicono che quattro tribù sono in marcia verso la capitale” (Avvenire, p. 4).

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