Formigoni sottoscrive la lettera di monsignor Negri a Simone

Di Redazione
14 Luglio 2012
Il presidente della Regione Lombardia ha sottoscritto la lettera che monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro ha inviato ad Antonio Simone, detenuto nel carcere di San Vittore a Milano

Roberto Formigoni, presidente della regione Lombardia, ha sottoscritto la lettera che monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, ha inviato ad Antonio Simone, detenuto nel carcere di San Vittore a Milano. Il governatore lombardo ha segnalato la sua iniziativa anche su twitter: “Sottoscrivo la lettera del vescovo Negri a Simone. Grazie don Luigi! Sei sempre un grande! @tempi_it“.

La lettera di monsignor Negri, on line da ieri sera, è finora stata sottoscritta da oltre un migliaio di persone. La missiva verrà recapitata da Tempi a Simone, in modo che possa leggerla. Invitiamo i nostri lettori non solo a sottoscivere il testo, ma anche a divulgarlo.

Intanto, oggi sul Giornale, a firma di Stefano Zurlo, si parla di un’altra importante iniziativa che riguarda Simone. Dopo una sua recente lettera, come vi abbiamo già raccontato, alcuni deputati del Pdl hanno chiesto  in un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia, di verificare le parole dell’imprenditore. «Questa vicenda – scrivono in una nota i trentadue – riapre comunque una urgente riflessione sul tema più ampio della detenzione preventiva. Confidiamo che si possa, in tempi brevissimi – prosegue il testo firmato fra gli altri dal capogruppo in commissione giustizia Enrico Costa, e da Francesco Paolo Sisto – risalire alla reale situazione per non lasciare spazio a posizioni di dubbio».

Il Giornale riporta anche le parole di Mario Mauro, presidente dei deputati del Pdl al parlamento europeo: «Per la maggior parte delle persone, che come Antonio Simone (del quale ho personalmente appurato l’inumano trattamento a San Vittore), sono incarcerate preventivamente, sfido qualunque esperto di giustizia a provare l’esistenza del rischio di essere ostacolo alle indagini, oppure un elevato rischio di fuga oppure che l’imputato sia una minaccia per la sicurezza dei cittadini».

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