
Gaza come Auschwitz, l’appello vergogna firmato dagli alleati dei democrat italiani
Conoscete la storia del genocidio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale? Ebbene, se non la conoscete, eccola in sintesi. Gli ebrei erano la stragrande maggioranza in alcuni territori adiacenti alla Germania. Ambivano a costituire uno Stato che sostituisse quello tedesco e allo scopo si battevano, anche con attentati terroristici. La Germania rispondeva con interventi militari. Alla fine, la Germania accettò il principio di uno Stato ebraico purché gli ebrei riconoscessero il suo diritto a esistere e frontiere definite e riconosciute. Gli ebrei si divisero su questo punto e una fazione radicale che non era disposta ad alcun accordo, salvo una tregua provvisoria in vista di un nuovo round, prese il potere con un colpo di mano in una zona detta Auschwitz, sterminando sanguinosamente gli ebrei moderati. Da Auschwitz si bombardavano le località tedesche, in particolare una cittadina che veniva quotidianamente colpita con missili fino a rendervi la vita impossibile. Il governo tedesco rispondeva con incursioni di carri armati e bombardamenti di artiglieria e finì col dichiarare Auschwitz “entità ostile”, cercando di isolarla dall’esterno, sebbene non del tutto, perché rifornimenti di armi e altri materiali bellici continuavano a pervenire da parti non sorvegliate del confine. Auschwitz venne chiamata “campo di sterminio” e questa vicenda storica “genocidio degli ebrei”.
Ora, se credete che abbia bevuto un bicchiere di troppo, leggete l’appello “Gaza vivrà”. Vi si scrive che «un milione e mezzo di esseri umani sono sotto assedio, accerchiati dal filo spinato», che «come nei campi di concentramento nazisti (sic!) essi sopravvivono in condizioni miserabili, senza cibo né acqua, senza elettricità né servizi sanitari essenziali». Si aggiunge che «l’esercito israeliano continua a martellare Gaza con bombardamenti e incursioni terrestri pressoché quotidiani in cui periscono quasi sempre cittadini inermi». Dopo aver inanellato questa collezione di spudorate falsità – come se il potere a Gaza non lo avesse preso Hamas con stragi bestiali di altri palestinesi, come se Hamas non bombardasse quotidianamente Sderot e come se Israele non si limitasse a rispondere all’aggressione degli “inermi” rimpinzati di armi iraniane – l’appello conclude dicendo che «una parola soltanto può descrivere questo macello: genocidio!». Gaza come Auschwitz, appunto. Gli estensori di questo testo di stile goebbelsiano si rivolgono al governo Prodi perché intervenga a porre fine all'”assedio militare” e alla discriminazione nei confronti di Hamas: che Hamas predichi la distruzione totale di Israele, chi se ne importa, anzi meglio, bisogna comunque «annullare la decisione di considerarla un’organizzazione terrorista». E tanto per rendere più efficace il suo intervento, Prodi dovrebbe cancellare il trattato di cooperazione con Israele sottoscritto dal precedente governo.
Tra i firmatari di questa vergogna nazionale vi sono l’astronoma Margherita Hack, il poeta Edoardo Sanguineti e professori come Gianni Vattimo, Angelo D’Orsi e Franco Cardini (lodato da Walter Veltroni come persona di immensa levatura che vorrebbe accanto a sé in una logica trasversale sarkozista), il pedagogista Alighiero Manacorda, i teologi della liberazione Giulio Girardi e Giovanni Franzoni, il solito Giulietto Chiesa. Si aggiunge una consistente rappresentanza di sindacalisti, di politici di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, delle comunità islamiche e di numerose “realtà di base”, ovvero della crema della sinistra di lotta e di governo. Insomma, quel variegato mondo con cui troppi esponenti del nascente Partito democratico litigano di giorno e fanno affari di notte.
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