Cinesi copioni? Falso, registrano sempre più brevetti

Di Rodolfo Casadei
14 Aprile 2011
L'Unione Europea presenta il nuovo piano sulla registrazione dei brevetti, che prevede la creazione di un ufficio unico in tutta l'Ue. Tre le lingue in cui si può scrivere: francese, tedesco e inglese. Italia e Spagna protestano. In Europa nel 2010 ben 235 mila richieste di registrazione. Gli Usa sono il paese con il record di brevetti, ma la Cina raddoppia le richieste rispetto al 2009

Sulle pagine di tutti i giornali è arrivata la notizia che ieri la Commissione Europea ha approvato la proposta del commissario alla fiscalità Algirdas Semeta di una tassa minima europea sulle emissioni di Co2 che riguarderebbe il trasporto su gomma, i consumi domestici e l’agricoltura. Meno noto invece è il nuovo piano sulla registrazione dei brevetti, che è stato fatto proprio da 25 dei 27 paesi della Ue.

A tutt’oggi i brevetti internazionali registrati all’Ufficio brevetti europeo (al quale si indirizzano imprese e inventori di tutto il mondo, per poter vedere riconosciuti i propri diritti nel mercato europeo) devono poi essere ri-registrati nei 27 paesi dell’Unione per avere in tutti efficacia legale. Questa procedura comporta costi pari a 45 mila dollari Usa per ogni singolo brevetto, due terzi dei quali sono dovuti alle spese di traduzione nelle lingue dei vari paesi; negli Usa il costo della registrazione con valore legale è di soli 2.700 dollari.

Per rendere la vita più facile alle imprese e stimolare l’innovazione, si vorrebbe ora passare a un sistema che si avvale di un solo Ufficio brevetti europeo, dove la domanda andrebbe depositata in una sola lingua a scelta fra tre: inglese, francese o tedesco. I due paesi della Ue in disaccordo col progetto sono – non è poi così difficile indovinarlo – Italia e Spagna, che vedrebbero ancora una volta svalutata la loro lingua nel contesto europeo.

Il dibattito sulla materia ha permesso di attirare l’attenzione su un  fatto positivo: l’anno scorso l’Ufficio europeo dei brevetti ha ricevuto il più alto numero di domande di registrazione da quando esiste, cioè dal 1977, provenienti da tutto il mondo. Ben 235 mila richieste sono state depositate nel 2010. Giappone, Cina e Corea del Sud insieme ne totalizzano 66.958, cioè un po’ più di quelle che sono state presentate dagli Stati Uniti (60.588). Gli Usa continuano ad esser il singolo paese del mondo che presenta ogni anno il maggior numero di innovazioni (nel 2010 il 12% in più del 2009), ma la Cina è quello che mostra la crescita più accelerata nelle invenzioni (più 54% nel 2010 rispetto alle richieste di brevetto presentate l’anno precedente): nessuno può continuare a ripetere che i cinesi si limitano a copiare le tecnologie altrui.

L’Unione Europea è l’area politico-economica che conta il maggior numero di domande di registrazione, 82.828 per la precisione. Di esse, il 40 per cento arrivano dalla sola Germania. Tolti i tedeschi, gli europei registrerebbero poche più innovazioni dei giapponesi (41.917) pur avendo una popolazione che sarebbe il triplo di quella del Giappone.

Nonostante questo trend positivo mondiale, l’Unione Europea è diventata l’area che contribuisce di meno all’espansione dell’innovazione: l’aumento delle domande dall’insieme dei paesi della Ue è stato solo del 5 per cento rispetto al 2009, cioè la metà di quello registrato da Usa e Giappone e 10 volte meno di quello cinese. Il sistema di registrazione dei brevetti in una sola lingua e presso un solo ufficio dovrebbe aumentare il numero e il tasso d’incremento annuale delle invenzioni di origine europea.

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