Auguri a Lino “botta di sangue”, che ha diviso con me la cella del carcere

Di Francesco Ironico
02 Gennaio 2015
Lettera di un ex detenuto a un suo compagno. «Ho vissuto con te il “Buio” della vita che ti porti ancora dentro e prego per te affinché tu possa vedere al più presto la “Luce”»

carcere_pardubiceGentilissimo direttore, nel 2006 pubblicò una lettera da me indirizzata al magistrato di sorveglianza Guido Brambilla: “Lettera di un detenuto a Bollate”. Nel tempo, ho sempre apprezzato la sua sensibilità umana. In occasione del Santo Natale le invio una lettera da me scritta a un detenuto che continua a “vivere” in sofferenza perpetua. La persona “ristretta” si chiama Gennaro Sanarica detenuto nel carcere di Pavia in condizioni disumane. Chiedo il suo interessamento in aiuto delle persone in disgrazia. Conosco l’ambiente carcerario, ho partecipato quale redattore alla nascita di “Carte Bollate”. 

Carissimo Lino, sono rattristato per quanto ti accade e immagino la tua sofferenza che non ha mai fine. Sono convinto che ognuno di noi ha il proprio destino che determina il nostro vivere. Il vivere della vita è un insieme di emozioni che danno gioia e sofferenza, purtroppo per te c’è tanta sofferenza e poca gioia anzi. C’è solo sofferenza che ho con te condiviso quando sono stato ristretto nella stessa “Cella” dove ho avuto modo di conoscerti ed apprezzare la tua umana disponibilità nei confronti dei compagni di sventura e, mi è difficile immaginare come una persona dotata di grande e diverse capacità di “Vita” si riduce a trascorrere un’intera vita tra quattro mura in ambiente difficile e disumano da vivere anche per un solo minuto.

Dai l’impressione che un taglio netto alla tua operosità da uomo libero, anche se completamente uomo libero non sei mai stato, non l’hai mai dato: non ci vuole molto a intendere che un “Personaggio” come te non deve avvicinare pregiudicati che sono pericolosi per la società, portati a delinquere sempre e comunque, ma purtroppo dopo una vita vissuta in carcere, è difficile conoscere persone che arrivano da un’ambiente diverso e, di certo, lo Stato non si adopera molto al reinserimento sociale per “Detenuti Carcerari” che, quando mettono piede fuori da quella “Porta” sbarrata nel tempo, non  vedono quella “Luce” che dovrebbero, ma sentono una benda legata sugli occhi chiusi e si ritrovano nel buio che hanno appena lasciato. Dovrebbe gridare “Libertà”, invece della disperazione senza ritorno che porta a vivere una vita che non esiste come tale e allora rimane solo la strada che Gesù Cristo illumina per ognuno di noi: e noi dobbiamo seguire quella via illuminata che sicuramente porta alla serenità che ogni persona cerca da sempre.

Carissimo amico mio, non conosco parole per aiutarti, ognuno di noi deve costruire la propria vita con gioie e dolori, posso solo dire che anche da liberi si vive nel sacrificio continuo di tirare avanti con stenti e questo potrebbe essere per te di consolazione: potresti pensare che “Fuori” non è facile, ma caro Lino ti assicuro che una vita sofferta da uomo libero, è vita vissuta con quella gioia che ti alimenta ogni giorno, combattendo per la sopravvivenza sociale dove ogni singolo cerca di vincere la sua battaglia da uomo libero delle proprie azioni, libero di muoversi come meglio crede nel rispetto verso tutti soddisfatto del giorno trascorso da uomo libero convinto che il prezzo della “Libertà” non esiste e che l’aria che respiri ti fa vivere solo da uomo libero.

Ho vissuto con te il “Buio” della vita che ti porti ancora dentro e prego per te affinché tu possa vedere al più presto quella “Luce” che ti riporta a vivere da uomo libero.
Caro Lino, ti auguro Buon Natale speranzoso di un 2015 pieno di Libertà. Non perdere mai la fiducia. Ti conosco come una persona generosa, sempre pronta ad aiutare chi è in difficoltà e non dimentico che nel periodo più buio della mia vita, ho conosciuto Lino Sanarica detto “Botta di Sangue” che mi è stato di grande aiuto a superare sofferenze insopportabili.

Un fortissimo abbraccio, vedrai l’aiuto di Dio.

Francesco Ironico

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