Missili su Tripoli, partita l’offensiva internazionale contro Gheddafi

Di Redazione
21 Marzo 2011
Ieri sera è partita la missione della coalizione internazionale «Odyssey Dawn», che finora ha previsto frequenti attacchi con lancio di missili e bombe su Tripoli da parte di navi e caccia. L'obiettivo è di far rispettare a Muammar Gheddafi il cessate il fuoco e la no-fly zone decisa dall'Onu. Il rais: «Il Mediterraneo è diventato un campo di battaglia»

Da ieri sera Tripoli, la capitale della Libia, è colpita da una pioggia di missili e bombe della coalizione internazionale per costringere Muammar Gheddafi a cessare il fuoco contro le città ancora in mano ai ribelli e rispettare la no-fly zone imposta dalla risoluzione 1973 dell’Onu. L’operazione militare, che si chiama «Odyssey Dawn», ha visto finora attacchi frequenti dal cielo e dal mare.

“Ai raid, cominciati sabato a Bengasi, partecipano al momento Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Italia e Canada, gli altri due membri della coalizione internazionale, non hanno ancora preso parte attivamente agli attacchi. Ma il nostro Paese sta fornendo un importante supporto logistico attraverso la messa a disposizione della coalizione di sette basi militari. Poco prima dell’alba, un bombardamento ha preso di mira Tripoli e il dispositivo antiaereo nella capitale libica è entrato in azione. […] Un aereo della coalizione ha sorvolato la zona a sud della città, dove si trova la residenza-caserma del Raìs a Bab al Azizia, stando a quanto riferisce un inviato dell’Afp che si trova in un hotel ad un chilometro dal bunker del Colonnello” (Corriere.it)

“Attraverso un comunicato, il ministro degli Esteri libico ha fatto sapere che il regime chiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, spiegando di considerare nulla la risoluzione 1973 che impone la no fly zone sulla Libia, e ha annunciato che Tripoli non coopererà più nella lotta all’immigrazione clandestina. Ai raid delle forze alleate il Colonnello ha reagito fino a questo momento solo a parole con minacce gravissime: «Il Mediterraneo – ha detto sabato sera attraverso un inusuale messaggio audio – è diventato un campo di battaglia». Il presidente del Parlamento Mohamed Zwei ha dichiarato che almeno 48 civili sono stati uccisi durante gli attacchi contro Tripoli e Misurata” (Corriere.it).

Intanto ieri l’equipaggio di un rimorchiatore italiano è stato sequestrato nel porto di Tripoli da uomini armati, secondo quanto riportato dall’Ansa. Le persone a bordo sono otto italiani, due indiani e un ucraino e si troverebbero tuttora a bordo.

“Dai talebani afghani arriva una condanna, senza minacce, delle «interferenze dell’Onu e dell’Occidente negli affari interni della Libia» perché esse «avranno conseguenze che sono contro gli interessi dei Paesi islamici». In un comunicato, il portavoce dei talebani rivolge anche un appello alla popolazione libica a prendere il controllo della crisi e a non permettere che altri gestiscano il suo futuro” (Corriere.it).

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