
Gheddafi attacca Bengasi, violata la no-fly zone. Abbattuto un jet del rais
Le forze di Muammar Gheddafi hanno ripreso ad attaccare Bengasi, poche ore dopo l’annuncio del “cessate il fuoco” da parte di Tripoli. Nella notte si sono udite fortissime esplosioni nella roccaforte dei ribelli e all’alba un jet ha bombardato un’area a sud-ovest della città, in violazione alla no-fly zone imposta dall’Onu. Un jet di Gheddafi è stato anche abbattuto dai ribelli, mentre alcuni mercenari hanno raggiunto i quartieri ovest della città ma sono stati uccisi.
I ribelli libici sono stati costretti a ripiegare verso Bengasi sotto l’avanzata delle forze del Colonnello, che nella notte hanno attaccato gli insorti intorno al capoluogo della Cirenaica. L’attacco sul capoluogo della Cirenaica è iniziato intorno alle due di notte con colpi di mortaio, lanci di razzi katiuscia e scambi di colpi di mitragliatrice. All’alba ci sono stati almeno due raid aerei a distanza di 20 minuti con bombardamenti di zone attorno alla città. Un terzo bombardamento è avvenuto un’ora dopo. Colpite la strada per l’aeroporto e il quartiere di Abu Hadi. I ribelli sono poi riusciti ad abbattere un jet che è stato visto perdere fumo dalla coda prima di schiantarsi in una zona residenziale del sud di Bengasi.
Testimoni hanno riferito di una jeep che sarebbe riuscita e entrare nei quartieri ovest di Bengasi con a bordo due mercenari di Gheddafi che hanno lanciato granate prima di essere uccisi dai ribelli. Dai documenti è risultato che i due, in abiti civili, erano nigeriani. A Gheddafi era arrivato nella serata del 18 marzo il monito di Barack Obama, che gli ha ricordato che «ha ormai perso l’appoggio della sua gente e la legittimità». Per questo l’unico modo per evitare un attacco era quello di rispettare la risoluzione dell’Onu che ha “chiare condizioni”: fermare gli attacchi e ritirare le truppe».
Muammar Gheddafi ha quindi ignorato il cessate il fuoco che il suo regime si era impegnato a rispettare dopo la risoluzione del 17 marzo del Consiglio di sicurezza dell’Onu, per accelerare l’avanzata prima del summit di questo pomeriggio a Parigi in cui saranno decise le modalità per un intervento militare internazionale.
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