Nato: «Se Gheddafi continua negli attacchi, non staremo a guardare»

Di Redazione
07 Marzo 2011
Il segretario generale della Nato Fogh Rasmussen lo ha dichiarato a proposito di un possibile intervento armato in Libia. Continuano i bombardamenti a Misurata e Ras Lanuf da parte di Gheddafi. Formigoni apre le porte della Lombardia a eventuali profughi e dice che la Regione è pronta a inviare volontari per ragioni umanitarie

«Se Gheddafi e le sue forze continueranno ad attaccare sistematicamente la popolazione, la comunità internazionale non può continuare a stare a guardare». Lo ha detto il segretario generale della Nato Fogh Rasmussen a proposito di un possibile intervento armato in Libia, dove, a suo giudizio, è probabile che si stiano commettendo «crimini contro l’umanità».

A Misurata, città strategica della Libia occidentale, ci sono stati almeno 21 morti e diverse decine di feriti: lo hanno denunciato fonti mediche locali riferite ai bombardamenti di ieri. Coloro che hanno riportato lesioni ammontano in tutto a 91, tra cui nove che versano in condizioni gravi. La stragrande maggioranza delle vittime «erano civili», hanno aggiunto le stesse fonti, che hanno chiesto di restare anonime per timore di ritorsioni da parte del regime. Attraverso la responsabile delle operazioni di soccorso, Valerie Amos, l’Onu hanno chiesto di poter entrare con urgenza in città per soccorrere «i feriti e i moribondi».

Un nuovo attacco aereo delle forze di Muammar Gheddafi è avvenuto anche nei pressi di Ras Lanuf, sede di un importante terminale petrolifero. Una forte esplosione, seguita da un densa nube di fumo, si è sentita alla periferia est della città, secondo quanto riferisce un giornalista della France Presse che si trova a un checkpoint. Gli insorti hanno risposto, aprendo il fuoco con artiglieria contraerea.

Il Consiglio nazionale libico, istituito come organo di governo dagli insorti nelle zone liberate dalla Libia orientale, non inizierà alcun dialogo con il regime di Tripoli, e sarà disponibile a intavolare eventuali colloqui soltanto sulla base di una condizione preliminare: che Muammar Gheddafi lasci il potere. Così hanno replicato i ribelli all’appello televisivo per l’avvio di contatti con le autorità, lanciato dall’ex primo ministro Jadallah Azous al-Talhi, in carica negli anni ’80.

In Italia, Roberto Formigoni ha dichiarato che la Lombardia è pronta a inviare volontari in un’azione umanitaria in Libia e nei paesi del Nord Africa, ma si prepara anche ad accogliere i profughi in arrivo in Italia. A margine dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Milano ha continuato dicendo che «Siamo pronti prima di tutto a un’azione umanitaria. Una nave italiana è già in vista delle coste libiche, e come regione già da diversi giorni ci sono squadre di volontari pronti a partire; lo faranno non appena il governo ci dirà che è il momento. Il secondo tipo di azioni è un aiuto a ricostruire e ampliare il sistema economico e produttivo di quel paese, perché vogliamo dare una speranza ai profughi di trovare un posto di lavoro e una vita dignitosa nei loro paesi».

Infine, conclude Formigoni, «ci dobbiamo comunque preparare anche se arrivassero un numero significativo di profughi. Dobbiamo responsabilmente essere pronti ad accoglierli; gli sbarchi destano preoccupazioni ma ci comporteremo da grande paese moderno e civile, anche se c’è necessità che l’Europa si dia da fare e non lasci tutto sulle spalle dell’Italia».

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