Una gravidanza su quattro (25 per cento) non termina con una nascita, ma con un aborto volontario. Secondo i dati pubblicati su The Lancet in uno studio realizzato dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’istituto Alan Guttmacher, le interruzioni di gravidanza nel mondo nel periodo 2010-2014 sono state pari a 56 milioni all’anno, contro i 50 milioni all’anno del 1990-1994.
PIÙ ABORTI DEL PREVISTO. Secondo i ricercatori, il numero di aborti è più alto di quanto si pensasse. E se il tasso percentuale è diminuito nel mondo sviluppato, è rimasto sostanzialmente invariato nei paesi in via di sviluppo. Nel primo si è passati dai 46 aborti ogni 1.000 donne del 1990 ai 27 del 2014. Nei secondi, il tasso è rimasto praticamente invariato a circa 37 aborti ogni mille donne.
LEGGI PIÙ LIBERALI. L’Istituto Alan Guttmacher sponsorizza in tutto il mondo il diritto all’aborto e alla contraccezione, diffondendo soprattutto nei paesi in via di sviluppo la cultura della pianificazione familiare. Lo studio sottolinea infatti che non ci sono sostanziali differenze di tassi abortivi tra i paesi dove è legale e quelli dove è illegale, anche se non è chiaro come vengano quantificati i dati sugli aborti clandestini. La conclusione dello studio, ad ogni modo, è che bisogna liberalizzare ancora di più le leggi sull’aborto nel mondo per diminuire le interruzioni di gravidanza.
CONTRACCETTIVI. La seconda conclusione è che bisogna diffondere molto di più i contraccettivi nei paesi in via di sviluppo, nonostante l’enorme e capillare diffusione degli stessi negli ultimi 15 anni non abbia portato a una diminuzione del tasso di aborti, che al contrario sono aumentati insieme all’aumentare della popolazione.
Anche il numero di aborti calcolato per i paesi in via di sviluppo non è del tutto attendibile, dal momento che non è possibile calcolare quante donne interrompono una gravidanza attraverso la diffusione di pillole abortive.
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