Sardegna. Global warming e buco nell’ozono non sono all’origine del super ciclone

Di Redazione
20 Novembre 2013
Un esperto di clima spiega che il fenomeno che ha colpito la regione non c'entra nulla col surriscaldamento globale.

Il maltempo in Sardegna ha causato 16 vittime, tra cui due bambini. Oltre alle polemiche sull’allerta che, secondo alcuni non sarebbe stata data in tempo (ma il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, è stato molto duro coi «biscazzieri del web»), ci sono state polemiche anche sull’origine del fenomeno atmosferico. E sono tornate alla ribalte le teorie sul surriscaldamento globale, origine di tutti i mali. Ipotesi respinte oggi da Alfonso Sutera, fisico dell’università la Sapienza, esperto di dinamica del clima, che in un’intervista al Quotidiano Nazionale spiega come tali ipotesi siano prive di fondamento. «Non parlate di riscaldamento globale o di buco nell’ozono – dice l’esperto – perché non c’entrano niente: questo è un fenomeno inusuale, ma non raro».

BOLLA DI ARIA FREDDA. Secondo Sutera «la particolare orografia sarda ha determinato la precipitazione di questo evento, che è un fenomeno noto. Tutte le zone del Mediterraneo nel cambio di stagione sono fortemente interessate da questi fenomeni ciclogenici, solo che questa volta invece di spostarsi e amplificarsi sotto le Alpi è stato trascinato verso est. La bolla di aria fredda, con un raggio di 300-400 chilometri, si è staccata dalla perturbazione ed è penetrata nel Mediterraneo. Prima è stata spinta dal vento verso la Spagna portando lì il maltempo, poi il vento ha cambiato direzione trascinandola sulla Sardegna». È accaduto che «un disturbo a livello polare, non potendo progredire verso est per questo promontorio di alta pressione che si è formato sulla Russia, si è stabilito nel centro del Mediterraneo più a lungo del normale e, risentendo dell’afflusso di aria umida e calda proveniente dall’Africa, è precipitato in forma ciclonica».

NON C’ENTRA IL SURRISCALDAMENTO GLOBALE. Queste ragioni portano a escludere che il global warming abbia in qualche modo influito sul maltempo: «La scala dei tempi – dice il fisico – è così piccola che non si può parlare di riscaldamento globale. In questo periodo dell’anno il Mediterraneo è ancora caldo e l’aria calda e umida ha rafforzato il ciclone. Solo che in genere i cicloni si dirigono verso est, mentre questa volta l’alta pressione in Russia, assai rilevante, ha impedito il deflusso. Il problema è che, giunto sulla Sardegna, ha toccato terra scaricando tutta la sua forza. Il Mediterraneo è un’area metastabile, ossia non ha caratteristiche tali per sollevare velocemente le particelle di aria umida. Ad innescare un fenomeno così inconsueto e vasto ha contributo soprattutto il fatto che la Sardegna è una regione montuosa: i monti hanno contribuito a trasportare in alto l’aria umida, continuando ad alimentare la forza del ciclone».

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2 commenti

  1. patrenius

    Anche professori possono scrivere stupidate. Dire che il global warming non c’entrra è come dire che il fumo di sigaretta non c’entra col cancro. Io che sono un autodidatta arrivato a Olbia 24 ore prima del disastro ( ho anticipato di un giorno fiutando il diluvio) ho guardato il cielo e ho detto:” mancano solo i sette squilli di tromba dell’apocalisse!”. Il global warming c’entra e come, ma nessuno parla della cinetica delle nuvole impazzita per il particolato…leggete un libro elementare di meteorologia o di chimicafisica e capirete come il particolato che è aumentato di un fattore 10milioni ( non 30% come la CO2) forma le bombe d’acqua.

  2. Fabio S. P. Iacono

    Per macabra ironia della sorte l’unica regione d’Italia totalmente esente da fenomeni sismici è stata colpita dall’eccessiva concentrazione di precipitazioni piovose. Anche in questo caso purtroppo la storia antica, Olbia ad esempio era una depressione portuale in epoca romana, sovrapposta alle mappe geofisiche a disposizione della Protezione Civile, partorita all’indomani del sisma del 1976 in Friuli da Zamberletti e le Forze Armate in particolare dai reparti del Genio, non si è rivelata “maestra di vita” per il presente ed il futuro. Il limite della previsione scientifica delle calamità naturali è ancora difficile da individuare nonostante lo slancio in avanti della Magistratura in Abruzzo, la comunità scientifica si è stretta intorno ai tecnici “indagati” dalla Procura. Se i terremoti non si possono forse ancora prevedere con precisione, le precipitazioni piovose invece sì. Il denaro per la Sardegna è stato stanziato, ora però bisogna seppellire i morti.

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