Dopo l’udienza del 13 maggio al processo ad Ottaviano Del Turco, in cui sono state acquisite prove che mettono fortemente in discussione la ricostruzione dell’accusa (ve ne abbiamo parlato qui e qui), l’udienza di mercoledì è stata scoppiettante. Il pm Giampiero Di Florio ha chiesto al tribunale di acquisire un’intercettazione telefonica tra uno degli imputati del processo, l’ex segretario della presidenza della Regione Abruzzo, Lamberto Quarta, e uno dei consulenti della difesa. L’intercettazione di un imputato che parla delle sue strategie difensive è border line rispetto a quello che prevede il nostro codice di procedura penale: il contenuto di questa telefonata rivela forse elementi gravi messi in atto da Quaranta? Tempi.it ne ha parlato con l’avvocato Giandomenico Caiazza, difensore di Del Turco.
Qual è il contenuto di questa telefonata e perché secondo il pm sarebbe rilevante? È vero che si tratta di un’intercettazione avvenuta nel corso di un’indagine che non è collegata al processo a Del Turco?
Per il pm Di Florio, in queste telefonate emergerebbe che Quarta abbia chiesto uno “stiracchiamento” in una consulenza difensiva. Quarta parla con il consulente della nostra difesa, Maurizio Arnone, ex dirigente del laboratorio fotografico della Polizia di Stato: noi lo abbiamo convocato come perito, in quanto massimo esperto della fotofisiognomica. Gli avevamo chiesto se una foto, confusa e mossa, portata dall’accusa come prova di una presunta consegna di tangenti, in effetti ritraesse Del Turco e Angelini. L’incarico chiedeva anche se era possibile ricostruire l’altezza delle persone ritratta e Arnone nella sua perizia ha spiegato perché, con un certo margine di errore, per due o tre centimetri di altezza la persona ritratta non potesse essere Angelini. Il pm Di Florio oggi parla di un’intercettazione captata a Quarta, nel corso di indagini all’Aquila per fatti completamente non connessi con la vicenda del processo di Pescara. Perciò la prima domanda che mi pongo è come mai viene tirata fuori una intercettazione che ha per oggetto la difesa dell’imputato Quarta, e che nulla che ha a che fare con le sue imputazioni nel processo a Del Turco? Nell’intercettazione, tra l’altro, il consulente stava riferendo a Quarta quelli che erano gli esiti della sua perizia, e Quarta – nemmeno il consulente – fa una battuta “equivoca”, chiede se per caso non si possa “stiracchiare” la foto. Ma ciò non è avvenuto. La seconda cosa che vorrei mettere in rilievo, è che quella di Arnone è una perizia marginale nello schema difensivo, però resta una consulenza di uno specialista e fatta in modo limpido, pulito, corretto. Posso anticipare cosa dirò davanti al presidente del tribunale, lunedì 20 maggio.
Cosa?
Che alla difesa di Del Turco non importa nulla di quest’intercettazione, possono acquisire qualsiasi intercettazione vogliano, sono solo polveroni che non ci fanno né caldo né freddo. Non abbiamo alcuna obiezione. Però allora chiederemo al tribunale di accogliere anche una nostra precedente richiesta che è stata rigettata due volte, quella di acquisire intercettazioni, sempre riferite ad una indagine diversa, in cui il vice direttore dell’Asl di Avezzano diceva cose esattamente opposte a quelle che ha poi dichiarata in aula al tribunale per il processo Del Turco. Noi abbiamo denunciato questo dirigente per falsa testimonianza, e poi abbiamo chiesto al presidente del tribunale Carmelo De Santis di acquisirla: ma il tribunale ci ha risposto di no, perché legata ad un altro procedimento penale, e che per nessuna ragione si poteva acquisire nel nostro processo. Allora perché la richiesta del pm su materiale di procedimenti diversi dovrebbe essere accolta? L’ultima cosa che diremo in aula è che se il tribunale ha dubbi della limpidezza della perizia Arnone, ne commissioni pura una nuova, super partes: per noi va bene.
Secondo il codice di procedura penale, «non è consentita l’intercettazione relativa a conversazioni o comunicazioni dei difensori, dei consulenti tecnici e loro ausiliari, né a quelle tra i medesimi e le persone da loro assistite». Questa intercettazione disposta su Quarta e un consulente della sua difesa non è border line, rispetto a quanto previsto espressamente dalla legge?
Sì non c’è dubbio che sia border line. È la prova di una cosa inammissibile e impensabile, e cioè che l’accusa possa captare e ascoltare le attività difensive degli imputati contro cui è schierata nel processo. Secondo la costituzione il giusto processo è garantito dal contraddittorio alla pari tra le parti. Alla pari un corno: qui siamo davanti alla prova che l’accusa ascolta un imputato sulle strategie difensive che avrebbe adottato.