Ieri la casa editrice Chiarelettere ha voluto farci sapere via Twitter che Carlotta Zavattiero, autrice del libro Le lobby del Vaticano, dopo aver letto la recensione pubblicata nel numero di Tempi in edicola ha commentato: «Conosco il linguaggio scomposto tipico degli integralisti». Certi di fargli un piacere, riproponiamo di seguito la scomposta recensione integralista del Correttore di bozze.
Di per sé il Correttore di bozze se ne impipa dell’ecosistema. Anzi, da bravo veterocattolico, più vetero che cattolico, egli spadroneggia sul creato dissipando spensieratamente le scarse risorse rimaste alle generazioni future. Ciò detto, però, perfino ai suoi occhi cisposi è evidente che la povera selva amazzonica aveva già abbastanza problemi di diradamento anche prima che l’editrice Chiarelettere mandasse alle stampe questo nuovo volume.
In realtà, a parte procurare danni incalcolabili alla foresta pluviale, Le lobby del Vaticano uno scopo ce l’avrebbe. Per lo meno nell’intento dell’autrice, Carlotta Zavattiero, il libro vuole essere una requisitoria contro «i gruppi integralisti che frenano la rivoluzione di papa Francesco». Non a caso la prefazione è di Ferruccio Pinotti, già autore, sempre per Chiarelettere, di un libro dedicato a Comunione e Liberazione intitolato La lobby di Dio (a proposito, complimenti per la fantasia). E quali saranno mai dunque questi potentissimi talebani cattolici che, scrive Pinotti, «minano l’unità ecclesiale e hanno generato quella “guerra per bande” che ha portato alle dimissioni di Benedetto XVI», spingendo altresì «la Chiesa sull’orlo dell’implosione»? Ovvio. Sono Cl, l’Opus Dei e gli altri movimenti puzzoni.
Soliti nomi, solite notizie già lette dozzine di volte, solite ciance, solite scomode denunzie lanciate da ex fidanzate scaricate a un passo dall’altare da mezze calzette a cui “hanno fatto il lavaggio del cervello”. Basta chiamare le amicizie “trame”, gli individui “personaggi”, la fede “integralismo”, e il gioco è fatto.
E per quanto qualsiasi accusa di lobbismo possa far sorridere se a pronunciarla sono un paio di giornalisti del Corriere della Sera, al Correttore di bozze tocca però riconoscere che il giochino funziona. Presentati così, per dire, perfino i Focolarini e la Comunità di Sant’Egidio – inattese ancorché benvenute new entry nella lista dei cattobrigatisti nemici di Bergoglio stilata dalla Zavattiero – sembrano veramente dei brutti ceffi, invasati propagandisti del «totalitarismo del sorriso». C’è scritto proprio così: totalitarismo del sorriso. Ma anche ammesso che davvero quei tipacci sorridano così tanto per «adescare i minori» (c’è scritto pure questo), tuttavia, ribatte orgoglione il Correttore di bozze, secondo il catechismo della chiesa di Chiarelettere sarebbe molto più grave disboscare il Borneo a furia di cazzate.