“Il paese ha davanti «grandi prove», ha detto ancora Napolitano. Deve superare i rischi della crisi finanziaria coniugando rigore e crescita, deve reagire alle «minacce della recessione» e ripensare le politiche del lavoro. E qui il presidente chiede ai sindacati lo stesso «slancio costruttivo» e la capacità di «fare sacrifici» mostrati in altre fasi di emergenza: «Non è stato forse così negli anni della ricostruzione industriale, dopo la liberazione del paese?». (…) E adesso per bloccare le pressioni speculative sul debito c’è bisogno che l’Europa resti unita e non vada «indietro verso anacronistiche chiusure e arroganze nazionali». Perché «il bersaglio è l’Europa ed europea deve essere la risposta»” (Corriere, p. 2).
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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