«Lei qui non può entrare, non è sulla lista». Sembra incredibile ma è più o meno quello che si è sentito dire il cardinale Angelo Bagnasco, capo della Conferenza episcopale italiana, da chi cercava di giustificare in svariati modi il fatto che non fosse un ospite gradito al liceo Pertini, la scuola statale Diaz di Genova.
Quella celebre per essere stata teatro degli scontri del G8 nel 2001. Tra i motivi addotti, ad esempio, la presenza ingombrante della scorta dell’arcivescovo che lo accompagna nei suoi viaggi da quando ha subito minacce, ma anche la componente interreligiosa di una quota di studenti che frequentano l’istituto.
Il presidente della Cei si è dimostrato al di sopra delle polemiche, recandosi comunque in un altro liceo genovese, quello artistico Barabbino, alla cui platea di giovani ha detto che il fatto di non essere ovunque ospite gradito faccia parte dei «rischi della democrazia», e che in ogni caso lì non sarebbe andato in qualità di cardinale, bensì per fare un incontro di tipo culturale con i ragazzi e i docenti del liceo.
I quali, però, gli hanno chiuso le porte in faccia, dopo aver votato negativamente al consiglio d’istituto. Fatto che ricorda molto la protesta fatta da 67 professori dell’Università Sapienza di Roma nel settembre del 2008, quando il rettore aveva invitato a parlare Benedetto XVI che, per le troppe polemiche riguardanti il suo discorso, era stato costretto ad annullare la visita.