Renato Farina è stato condannato dal Tribunale di Milano per «falso in atto pubblico». Due anni e otto mesi di reclusione per aver visitato nel carcere di Opera Lele Mora, accompagnato da un ventenne non figurante tra i suoi collaboratori – ma neppure implicato nell’inchiesta riguardante il detenuto. Una «condanna assurda» secondo Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, e «lunare» secondo Rita Bernardini e Marco Perduca, dei Radicali. Tempi.it ne parla con Camillo Langone, che oggi nella sua rubrica “Preghiera” sul Foglio ha parlato proprio di Farina.
Langone, ci dia la sua opinione sulla condanna a due anni e otto mesi di reclusione a Renato Farina.
È una condanna politica verso un perseguitato politico. Non è una cosa nuova. Lo è dal tempo in cui è stato radiato dall’Ordine dei giornalisti. Mentre invece sarebbe da eliminare l’Ordine stesso, che sforna redattori supini che sono i primi a giustificare questa assurda condanna. Per un certo verso, quella verso Renato Farina è quasi una lesione della libertà di espressione. Perché Farina è cattolico, e questo non piace.
Farina è un cattolico. La sua fede crea scandalo?
Certamente. Prima come giornalista, e adesso come politico. Ha toccato quei due mondi dove essere cattolici dichiarati e praticanti è sconveniente. Anche Mario Monti è cattolico, tuttavia nessuno, sentendo parlare del Premier, lo connette immediatamente alla sua professione religiosa. Francesco Specchia su Libero ha parlato, per Farina, di «eccesso di cattolicesimo». Ma il cattolicesimo non può che essere eccessivo, e Renato è “chestertonianamente” cattolico. Il resto è “casinismo”, è moderazione. Ma la moderazione non è cristiana.
Ma, tra i cattolici, non c’è soltanto Renato Farina…
È vero, ma lui è il perfetto capro espiatorio. Secondo René Girard, il capro espiatorio archetipico era sempre uno straniero, magari zoppo, gobbo, in ogni caso segnato. Attirava l’attenzione per qualche difetto. E Farina ha molti difetti: è grasso e goffo. E soprattutto è cattolico. Renato Farina è il predatore naturale dei politici, dei giornalisti, dei magistrati. È un bersaglio. Anzi, un “bersaglione”.
E i capri espiatori sono facili da scaricare.
Già. C’è un vecchio detto che sentenzia: «In Italia le leggi si applicano ai nemici e si interpretano per gli amici». È un nemico, Farina. Ed è percepito come un debole. Se nota, c’è stato uno scaricabarile generale non appena si è saputo della sua condanna – politica –. Inutile dirlo, i cattolici danno fastidio ovunque. Prima da giornalisti, poi da politici. E vorrei ricordare, infine, che Farina in Parlamento è uno spreco. Il Parlamento non serve a nulla, e Farina da giornalista dava tantissimo. L’ho sempre invidiato.