Un tribunale in Arabia Saudita ha aumentato la pena inflitta a Raif Badawi, fondatore del sito internet “Sauditi liberi e liberali”, che aveva impugnato la sentenza di primo grado che lo condannava a sette anni di carcere e 600 frustate per «crimini informatici» e «disobbedienza al padre».
CARCERE, MULTA E MILLE FRUSTATE. La corte criminale di Jeddah non ha solo aumentato gli anni di carcere da sette a 10 e il numero di frustate da 600 a 1000 ma ha anche imposto a Badawi di pagare una multa pari a circa 195 mila euro.
La pena, durissima, è comunque inferiore a quella invocata dal pubblico ministero, che aveva chiesto la condanna a morte per il crimine di apostasia. Ma i giudici l’hanno prosciolto da questa accusa dopo che l’uomo si è dichiarato musulmano e la moglie l’ha confermato.
CRITICHE AL GRAN MUFTÌ. Nello specifico, Badawi è stato condannato per aver criticato alcune fatwa del Gran Muftì, la massima autorità religiosa islamica del paese, e i comportamenti dei Mutawaeen, la polizia religiosa incaricata di «ordinare il bene e proibire il male». L’avvocato di Badawi ha dichiarato che farà un nuovo ricorso. L’Arabia Saudita quest’anno è entrata nel Consiglio dell’Onu per i diritti umani e vi rimarrà almeno fino al 2016.