
West Ham batte Millwall 2 a 1. E le bolle di sapone volano in alto
Da pelle d’oca. Ad Upton Park mancano due minuti al termine della partita tra West Ham e Millwall. I padroni di casa conducono per 2-1: gli ospiti si sono mostrati poco pericolosi per tutta la partita, hanno avuto una sola occasione con cui però sono riusciti a pareggiare. Ed ora si lanciano in avanti, affannosamente in cerca del 2-2. C’è un corner per loro. A un certo punto, la voce del telecronista viene coperta per pochi secondi da un coro dei tifosi degli Hammers.
I’m forever blowing bubbles pretty bubbles in the air
They fly so high
they nearly reach the sky
and like my dreams they fade and die!
Fortune’s always hiding
I’ve looked everywhere
I’m forever blowing bubbles
pretty bubbles in the air!
United! United!
È un boato. Rompe la tensione. Quasi ad esorcizzarla. E fa quasi sorridere pensare ad un frastuono così rude per un testo così sentimentale. Ed è la stessa sensazione che provi due minuti dopo, quando arriva il triplice fischio che sancisce la vittoria dei claret and blue, e lo stadio, come già era successo all’ingresso in campo delle squadre e in occasione dei gol, si riempie di bolle di sapone.
I’m forever blowing bubbles è l’inno dei tifosi del West Ham. Le origini di questa canzone risalgono al 1919, quando fu composta per un musical. Nel giro di qualche anno gli Hammers iniziarono a cantarla, e divenne a tutti gli effetti il loro inno, cantato regolarmente, negli anni Trenta. Da allora ogni partita al Boleyn Ground è accompagnata da queste parole così passionali, quasi disilluse, cantate a squarciagola ad accompagnare successi e sconfitte, festeggiare gol, vincere freddo e tensione.
Chissà perché proprio questa canzone? Qualcuno dice i tifosi del West Ham l’abbiano rubata a quelli dello Swansea in occasione di una partita di FA Cup: i supportes della squadra gallese avrebbero iniziato ad usarla per primi come proprio coro, a inizio anni Venti. Un’altra versione vuole invece che a introdurre il coro sia stato un allenatore del West Ham, Charlie Paynter, il quale lo utilizzava per inneggiare a un suo giovane calciatore, tanto simile a un ragazzo ritratto in un quadro di Millais utilizzato all’epoca per pubblicizzare saponi.
Qualcuno temeva che un canto così sentimentale non potesse reggere ai tempi moderni, e col passare del tempo cadesse nel dimenticatoio. Invece è sempre lì, all’inizio di ogni match, accompagnato da bolle di sapone per tutto il campo. Che volano in alto. Come il West Ham di oggi, ancora più primo in Championship.
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