Chi ama il “giuoco” del calcio, non si limita a guardarlo in tv: deve praticarlo. E da che mondo è mondo, organizzare le partite è sempre una via crucis: trovare l’orario e il giorno giusti, cercare gli amici, calcolare quanti possono partecipare, chi è disposto a stare in panchina, chi porta il pallone e chi le pettorine. Esperienza vuole che capitino sempre degli intoppi: un infortunio, un imprevisto, un misunderstanding. Così la partita salta. E proprio per questo che esiste Fubles, il social network che permette di organizzare partite senza spreco di tempo e di denaro. E riducendo al minimo il rischio di fallimento.
«Tutto è nato da un’esigenza personale» spiega a tempi.it Mirko Trasciatti, Ceo di Fubles. «C’era da impazzire per le convocazioni, non parliamo dei “bidoni”. Allora abbiamo inventato un sito dove noi amici potevamo iscriverci direttamente alle partite. Poi ci siamo resi conti che il nostro bisogno era comune a tanti in tutta Italia. Allora abbiamo reso pubblico il sito». È il lontano 2007 quando Vito Zongoli ne mette online una prima versione. Ci vuole un anno prima che si raggiungano i mille utenti. Ma, da quel momento in poi, la strada è tutta in discesa. Grazie a un team decisamente giovane e capace – l’età media è di ventisette anni – Fubles ha raggiunto un traguardo dietro l’altro. Nel 2009 è diventato una Srl e adesso conta circa 95.000 utenti, con 19.000 partite organizzate e circa 6000 centri sportivi segnalati. Nel 2011 Apple Italia l’ha nominata seconda applicazione dell’anno dopo Instagram, il celebre programma fotografico.
«È un bisogno condiviso, impellente, nazionalpopolare quello che Fubles soddisfa brillantemente toccando le corde giuste – continua Trasciatti –. Si crea una sana competizione amichevole che rende avvincente il sito. Si possono scrivere le pagelle post partita e poi discuterle. La continuità permette una sorta di “carriera” che crea un senso di comunità e di gaming. Queste sono le ragioni per cui, pur potendo spostarsi su Facebook o su Twitter, gli utenti scelgono noi». Il procedimento è semplice. Sul social network puoi pubblicare il bando per una partita di calcio a 5, a 7 o altro. A questo bando si iscrivono gli amici e chi, del posto, vuole partecipare. Attraverso il profilo (con l’immancabile foto che imita l’album delle figurine) puoi controllare la bravura degli iscritti e l’affidabilità. Il campo si prenota direttamente dal sito, grazie a un sistema di collaborazione tra Fubles e campi da gioco. A partita conclusa, chi vuole può stilare le pagelle dei compagni e degli avversari e decidere se “seguire” un giocatore mediante un programma di followers con stessa logica di Twitter.
L’applicazione made in Italy sta prendendo piede anche all’estero. Si sono creati gruppi di gioco a Madrid e Barcellona che si organizzano tramite Fubles. Un piccolo gruppo di emigrati si organizza usando il sito addirittura dagli Stati Uniti. Questa è una delle tante ragioni per cui Elserino Piol ha deciso di finanziare l’associazione con 300 mila euro. Un somma ingente per una passione che paga.
twitter: @DanieleCiacci