I corpi che vediamo in spiaggia sono i corpi reali. Bruttini, perlopiù. I nostri corpi umili e ingloriosi. O forse gloriosi di qualcosa di più vero del patinamento e dell’esibizione di corpi perfetti e lucenti dalle copertine gossippare e vane. Corpi quelli che paiono quasi finti tanto sono esibiti. E poi chissà come sono dal vero… Tranne rarissimi casi, il demone dell’imperfezione – non solo esteriore – cala come un avvoltoio… E comunque beati loro, i belli. Noi, la maggioranza, i bruttini e a volte bruttoni, vediamo in questi giorni vagare i nostri corpi cari e un po’ consunti lungo le rive di mari chiari, lungo le rive delle notti o delle albe, corpi vacanzieri in cerca di regfrigerio e riposo. Sono i corpi quasi sempre prediletti dai pittori, che vedono la realtà come è, a differenza dei giornalisti.
Corpi a loro modo gloriosi, imperfettissimi e realissimi, che muovono a un misto di ripugnanza e onore che si chiama tenerezza. I corpi umani, dove le anime albergano un po’ scomode e pure albergano, ne sono il fiato vitale, il movimento profondo. Onore ai corpi così così, per cui non ci si volta, ma che se li fissi, vengono bruciati in una vampata di più profondo onore, quasi un oro. E non è un effetto del solleone.
tratto da clandestinozoom.it