Un Renzusconi per battere i grillini in Sicilia?

Di Nuccio Molino
04 Aprile 2017
I sondaggi danno i pentastellati al 35 per cento. Che fare? A destra, sinistra e centro si agitano tutti

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Cosi parlò Totò. E Cuffaro, da par suo, manovrò da perfetto puparo: «Per battere Grillo si cominci con un’alleanza tra Renzi e Berlusconi». Così parlò e le durlindane dei pupi già sferragliano nella terra di Sicilia che si prepara al voto per eleggere, a ottobre, il successore di Saro Crocetta governatore dell’isola, ultimo per gradimento nazionale tra i presidenti di Regione.

Al Corriere della Sera Salvatore Cuffaro da consumato regista delle cose politiche sicule aveva balenato l’idea di un’alleanza Fi-Pd per non far vincere i grillini che i sondaggi danno addirittura al 35 per cento. Un vero e proprio endorsement per l’ex sindaco di Firenze utile, a suo dire, per favorire le larghe intese preventive nell’isola. Con Stefania Prestigiacomo o Renato Schifani ex di lusso oppure il rettore uscente Roberto La Galla possibili candidati presidente.

Apriti cielo. I pupi in servizio permanente si agitarono tutti. L’ex sottosegretario Gianfranco Miccichè per Fi, il deputato Fausto Raciti per il Pd, l’ex ministro Gianpiero D’Alia per i centristi e la soldataglia al seguito esclamarono subito: non possumus! Ma l’incubo a cinque stelle è lì incombente per le regionali siciliane, anteprima delle politiche nazionali.

Che fare? A sinistra (si fa per dire) sotto traccia si lavora per convincere il presidente del Senato Pietro Grasso, palermitano doc, a scendere in campo alleati col supporto di parte della diaspora moderata democristiana. E a destra? Miccichè si arrovella sul da farsi e un dispiacere al suo sodale Cuffaro non vuole darlo. Saltate le primarie che lui stesso aveva voluto, ora deve fare i conti con la mini coalizione capitanata dal campione di preferenze Nello Musumeci, già sottosegretario di Berlusconi, che ha radunato attorno a sé Fratelli D’Italia di Ignazio La Russa, i leghisti di Salvini e i sicilianisti di Gaetano Armao, un avvocato già assessore nel governo di Raffaele Lombardo che pochi giorni fa è stato assolto dall’infamante accusa di concorso esterno all’associazione mafiosa.

E così novello figaro il partito del Cavaliere si dilania ma in realtà aspetta ordini dal capo dei pupari, Silvio Berlusconi. Come fermare l’avanzata grillina nella colonia siciliana d’oltremare bisognerà ascoltare il solfeggio di Arcore: il mare aperto delle larghe intese preventive o il recinto del tradizionale centrodestra? I pupi con le stonate durlindane aspettano.

@Nucciomolino

Foto Ansa

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