
A Torino Fassino sarà costretto al ballottaggio. «Così si aprirà la partita»
Come spiegato anche da un articolo che appare oggi sul Corriere della Sera, a Torino «c’è incertezza su una partita che sembrava scontata». Scontata nel senso che avrebbe dovuto assegnare senza troppi dubbi la vittoria a Piero Fassino, il candidato del Pd che può vantare un’esperienza di primo piano nella politica nazionale con ruoli di ministro e segretario dei Ds. Fassino, inoltre, ha dalla sua il “tesoretto” lasciatogli da Sergio Chiamparino, primo cittadino assai amato e che, dicono i torinesi, «tutti avrebbero voluto per un terzo mandato».
Solo che la partita da scontata sta facendosi problematica. Gli ultimi sondaggi, quelli riservati ché in quest’ultima tranche di campagna elettorale non possono essere resi pubblici, si rivelano amari per l’ex segretario. I più ottimistici lo danno poco sotto il 50 per cento. Significa che dovrà vedersela al ballottaggio con Michele Coppola, il candidato del Pdl. Coppola, 37 anni, assessore regionale alla Cultura, ha dalla sua una maggior brillantezza, l’età e un curriculum “diverso” rispetto a Fassino: più lontano dall’immagine dell’uomo della “casta” che, di questi tempi, fa sempre comodo. Soprattutto ha dalla sua i grillini, accreditati di percentuali che si aggirano intorno al 5 per cento: tutti voti in fuoriuscita dal centrosinistra.
Possibile prospettare anche a Torino uno scenario con un sorprendente “esito regionale”, cioè che accada anche in città quanto successo nelle elezioni che hanno portato alla vittoria Roberto Cota su Mercedes Bresso? No, questo, ad ora, appare improbabile. Anche perché, se anche si andasse al ballottaggio, poi pare che le preferenze raccolte dal candidato del Terzo Polo, Alberto Musy, convoglierebbero su Fassino. Ma, come si dice nel Pdl, «almeno si aprirebbe la partita».
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