
Terim e l’Europa incoronano il Galatasaray delle seconde chance
Il capolavoro del Galatasaray agli Ottavi di Champions sta in sintesi nel bolide dalla lunga distanza di Hamit Altintop: 37esimo del primo tempo, fulmine dai 30 metri su Hildebrand che riacciuffa i tedeschi dello Schalke prima che l’1-0 iniziale potesse farsi più copioso. Quel destro da distanza siderale è stata la ciliegia più gustosa di un match tra i più belli di questa competizione, una partita dalle mille occasioni e dai continui capovolgimenti di fronte. E quel gol è stato ancor più succulento se si pensa che a fare 1-1 è stato un ragazzo di 31 anni nato e cresciuto proprio a Gelsenkirchen, simbolo della enorme comunità turca in Germania, che al club cittadino ha legato la sua ascesa per quattro anni per poi migrare verso lidi migliori (leggi Bayern, poi Real) in cerca di fortuna.
VITTORIA DELL’IMPERATORE. Altintop non è nuovo a colpi balistici di questo calibro, ma quello di ieri ha il sapore speciale della prima rete finalmente decisiva per lui qui a Istanbul, dove è finito in cerca di nuovi stimoli e sfide: ha permesso al Galatasaray di passare indenne la fase più difficile del match, dando convinzione e fiducia agli uomini di Terim, che ha confermato ancora una volta le sue ottime doti da tecnico e motivatore nella sua terza avventura in giallorosso. Perché dietro alla rete di Altintop c’è tutta la bravura dell’ex-tecnico di Milan e Fiorentina, guru di un gruppo che fa dell’esperienza la sua arma più forte.
QUANTI EX-ITALIANI…. A scorrere l’11 ieri in campo non si può non accorgersi di quante “vecchie conoscenze” vestano ora la maglia del club di Istanbul: tutti giocatori lasciati ai margini dai loro precedenti club e fatti partire in fretta, e ora rinati sotto i dettami dell’imperatore turco. Inutile soffermarsi su quanto lo Sneijder di ieri sera, sebbene non al top e a volte indeciso, avrebbe fatto comodo all’Inter di queste settimane, priva di idee e brio quando supera la metà campo; inutile pensare a Drogba, cui ieri è mancata solo la rete, un gol che forse avrebbe fatto riflettere una volta di più la dirigenza del Chelsea per quel mancato rinnovo operato quest’estate, decisione presa per accordare più fiducia a Torres, con risultati sotto gli occhi di tutti. Ma l’impresa del Galatasaray non si nutre soltanto le due grandi stelle arrivate lo scorso gennaio, anzi.
LE ALTRE VECCHIE CONOSCENZE. In porta trova spazio Fernando Muslera, nome che suscita ancora brividi sulle schiene dei tifosi laziali, mentre in mezzo al campo giganteggia Felipe Melo, brasiliano silurato dalla Juve di Del Neri dopo due stagioni impalpabili; a destra corre invece Emmanuel Eboué, un passato glorioso all’Arsenal che lo cedette per pochi soldi al Galatasaray due anni fa, e un’altra conoscenza del calcio inglese è Albert Riera, spagnolo classe 1982, visto già a Manchester (sponda City) e Liverpool, dove però non è mai riuscito a sfondare. Altri nomi già sentiti non erano in campo: Milan Baros, Johan Elmander, Cris… È una squadra vecchia, tenuta insieme dai tanti milioni che il portafoglio del presidente Unal Aysal, uno degli uomini più ricchi del Paese, sa garantire, ma ringalluzzita in credenziali, autostima e aspirazioni dal suo tecnico, manager che ha legato indissolubilmente il suo nome alle primavere migliori del Galatasaray: era lui alla guida del club quando nel 2000 portava per la prima volta una competizione europea, la Coppa Uefa, in terra turca.
TUTTI GLI OCCHI SUL CAPOCANNONIERE. Nonostante l’età e i tanti anni trascorsi su quella panchina, anche per Terim questa Champions è un’occasione d’oro. Almeno quanto lo è per uno dei suoi attaccanti Burak Yilmaz, ieri autore della bellissima rete del 2-1 e ora capocannoniere di coppa insieme a Cristiano Ronaldo. 8 reti hanno consegnato la faccia ruvida di questo attaccante al panorama europeo, terra di nuove sfide per una punta 28enne ben conosciuta in patria, esplosa tardi nelle ultime tre stagioni al Trazbonspor e arrivato al Galatasaray la scorsa estate. Anche qui ha tardato a lasciare il segno: il primo gol in Europa è arrivato alla terza gara, quella col Cluj. Poi però non si è più fermato. Su di lui ci sono gli occhi di tanti club continentali: lo voleva la Lazio, si parla del Liverpool, per qualcuno è l’alternativa per la Juve se non va in porto l’affare Ibra. Prima però gli tocca fare l’uomo differenza di questo Galatasaray, tentando di far volare ancora più in alto questa banda di “vecchie conoscenze” in cerca di una seconda chance.
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