Quel che resta, passato l’8 marzo, dello tsunami di ramanzine su patriarcato e utopie rosa tra le esibizioni “senza vergogna” di influencer e star di OnlyFans
Le supercazzole radical sulla serie Supersex (e sul coso di Siffredi) «come sineddoche», «fatto mitopoietico», «dispositivo emotivo» per «decostruire la mascolinità», e lo sdegno per chi palpa la statua di Giulietta senza consenso. Ognuno ha le proprie perversioni
Da club dei guardoni a salotto buono. Così sui media plaudenti la piattaforma del porno casereccio a pagamento è diventata "esperienza di vita", i pipparoli "mecenati" e i maniaci "fan"
Le fissazioni delle transfemministǝ, le lacrime da coccodrillo dei giornali, la confusione tra questione maschile e patriarcato. Tanto rumore per non riprendere in mano esistenze oggi abbandonate a corsi, parole d'ordine o influencer allupati
La modella ha dato licenza a un clone virtuale di soddisfare le richieste più perverse dei suoi clienti sulla piattaforma online: «C’è un confine da rispettare». E così è rispettato?
Dalle chat degli violentatori di Palermo a Onlyfans, dal “manifesto” di Elodie all’idolatria dell'ora di educazione sessuale. Se ne parla talmente tanto che i giovani vanno a letto solo per “marcire”. Ma non aspettano altro che dire "ti amo"
Greta, l'Onu e gli Articolo 31 ci avevano avvisato, la fine del "nostro" mondo vizioso è vicina. Prepariamoci a espiare trincando smart water, davanti ai mondiali in Arabia Saudita, donando pasti veg ai disobbedienti e facendo ciao ai lupi dalla finestra
Due giorni di surreale dibattito per verificare i viaggi in treno di Giuseppina da Napoli a Milano e le amnesie dei debunker sulle storie di chi molla tutto e fa soldi spogliandosi online
Perché i giornalisti si gettano gasati come adolescenti in ormone sulle storie del PornHub della porta accanto? Centinaia di articoli e lo schema è sempre quello del marketing: non c'è notizia da dare, solo un prodotto da vendere. Chi paga per questo?