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Intervista a Marcello D'Orta, insegnante e autore del libro "Io speriamo che me la cavo" sulla sempre minore conoscenza della lingua italiana da parte delle nuove generazioni: «Si è creata una comunicazione gergale, una sottocultura che va a scontrarsi con la scuola. Non scriviamo e non leggiamo più, anche se abbiamo una vocazione artistica».

Nel 1968 Angelo Moratti capisce che serve un rinnovamento radicale della rosa. Ma non ha il coraggio di farlo perché è troppo legato ai suoi ragazzi. Questa, insieme ad altre considerazioni, gli suggerirono di lasciare la presidenza, chiudendo così un'epoca d'oro condita da ben due Coppe dei campioni. Perché suo figlio non è come lui?

Il premier Silvio Berlusconi fa il suo dovere: va in Aula, senza l'opposizione, si scusa per l'incidente parlamentare e afferma che resta. Però non è asciutto, non spiazza l'avversario, fa sbadigliare Bossi con l'elenco delle riforme, non parla di Prodi, dell'euro, della speculazione, della spesa sanitaria impazzita e di quella previdenziale folle. L'analisi del direttore del Foglio

Carlo Vulpio, giornalista e candidato con l'Idv senza essere eletto, spiega la nuova strategia di Antonio Di Pietro: «L'Idv non è un partito antagonista, è cresciuto alimentandosi nel sistema. Di Pietro è un democristiano che sta perdendo voti e che ha sempre tenuto un piede in due scarpe. E lo fa ancora: si smarca, attacca, ma rimane a sinistra. E' un furbo, fa il populista e sbaglia i congiuntivi, che conosce benissimo ma non doveva tacere i troppi danni di Vendola»
