Domani la Scozia deciderà il suo futuro: indipendentisti contro unionisti è anche musicisti contro calciatori
«Spero che la gente voterà pensando con molta attenzione al futuro». È stato questo l’unico commento della Regina Elisabetta II al prossimo referendum sull’indipendenza della Scozia. Giovedì 18 settembre cinque milioni di scozzesi dovranno rispondere a una sola e semplice domanda nel segreto dell’urna: “La Scozia dovrebbe essere una nazione indipendente?”. Per far votare quanta più gente possibile è anche stata abbassata l’età con la quale ci si può recare alle urne: basterà avere 16 anni.
MUSICISTI PER IL “SÌ”. Ad oggi è impossibile fare previsioni sul risultato del referendum, visto che i sondaggi danno risultati molto discordanti. Anche i vip che si sono schierati con unionisti o indipendentisti sono divisi. I musicisti di origine scozzese hanno pensato di organizzare un concerto lo scorso 13 settembre, intitolato “A Night for Scotland”. Si sono esibiti grandi gruppi rock come i Franz Ferdinand e i Mogwai, che hanno definito così il referendum: «È un’opportunità che accade una volta nella vita, possiamo finalmente sperare di portare la nostra nazione sulla scena globale e fare la nostra parte nel mondo». Sostiene la campagna per l’indipendenza scozzese anche la creatrice del punk Vivienne Westwood, che ha sfruttato la passerella della London Fashion Week per far sfilare le modelle con la spilla azzurra del sì.
MONARCHIA O REPUBBLICA? La stilista simbolo della moda britannica si è schierata apertamente, ma essendo ribelle fin dagli anni Sessanta, nessuno si è stupito quando ha rinnovato la sua antipatia per la Regina: «Questo è il punto di svolta per un mondo migliore. La Scozia può dare l’esempio e il 18 settembre può essere un grande giorno per la democrazia». Se vincesse il sì, in ogni caso, la Scozia si troverebbe presto alle prese con un altro referendum, per scegliere tra Monarchia e Repubblica.
CALCIATORI PER IL “NO”. Non sono mancati neanche i personaggi famosi che si sono schierati per proteggere la Union Jack, la bandiera britannica che riunisce Inghilterra, Galles e Scozia. L’iniziativa si chiama “Let’s stay together” e vede in prima linea Mick Jagger, Sir Paul McCartney, David Beckham, Cliff Richards, David Morrissey, Sting e molti altri. David Beckham, per puntare al cuore dei cittadini, ha sottolineato l’aspetto sportivo della questione, prendendo a esempio l’impegno di tutti per le Olimpiadi di Londra: «Abbiamo lavorato uniti per portare il più importante evento sportivo nel nostro Paese e mi ha emozionato lavorare insieme davanti al mondo. Vogliamo dirvi quanto abbiamo a cuore il nostro rapporto e la nostra amicizia. Quello che ci unisce è molto più di quello che ci divide, restiamo uniti», ha concluso l’ex calciatore.
Articoli correlati
2 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Beckham dovrebbe sapere che il Regno Unito non ha una squadra nazionale di calcio, e se la butta sull’emozione fa esattamente il gioco degli scozzesi. Pensi a giocare a calcio, che è meglio.
A parte il merito più profondo della questione, che richiederebbe molto più spazio di discussione, osservo che il confronto tra favorevoli e contrari, come presentato nell’articolo, è sballato, come sommare le mele con le pere. Gli artisti citati come contrari SONO TUTTI INGLESI (controllare per credere) …..
Chiaro, no?
P.S. Comunque tutta la stampa italiana sta usando questo “trucchetto”.