Scozia-Inghilterra. Centoquarant’anni fa il primo match tra nazionali. Quattordici attaccanti in campo: 0-0

Di Emmanuele Michela
30 Novembre 2012
Era il giorno di Sant'Andrea del 1872. 4mila persone pagarono uno shilling per vedere la sfida. Tra baffi ottocenteschi, maglie in tinta unita e palle di cuoio vero, cronaca di un calcio pionieristico.

Glasgow, 1872. I festeggiamenti per il St. Andrew’s Day, patrono della Scozia, 30 novembre, quest’anno hanno un sapore diverso. Per assaporarlo, bisogna correre ad Hamilton Crescent, verde tappeto che si sdraia nell’ovest della città, sede di frequenti match di cricket. Oggi, però, niente mazze e palline. Quattromila tifosi s’affollano intorno alle recinzioni che delimitano il campo: il biglietto non c’è neanche, si entra pagando la miseria di uno shilling. In programma c’è una partita destinata ad entrare nella storia dello sport: è quella tra Scozia e Inghilterra, primo match di calcio tra due selezioni nazionali.

LA PRIMA UFFICIALE PER UEFA E FIFA. 140 anni sono passati da quello strano calcio. Di foto chiaramente nemmeno l’ombra, le sole testimonianze iconografiche sono alcune illustrazioni, che parlano di un calcio agli albori, quasi pionieristico nei suoi colori ingialliti e pastellati, o nelle linee essenziali e nostalgiche degli schizzi in bianco e nero arrivati fino a noi. Pantaloni lunghi e maglie a tinta unita, baffi ottocenteschi e palle in cuoio vero. Era un calcio agli albori, certo, ma non neonato: in Gran Bretagna quello strano sport era ormai abbastanza comune se è vero che, tra 1870 e 1872, ben cinque volte una selezione di calciatori inglesi e una selezione di calciatori scozzesi si sono affrontate. Ma quest’ultima compagine era costruita con giocatori tutti prelevati da Londra e dintorni, collegati in qualche maniera a Glasgow ed Edimburgo. Ciò ha fatto sì che Uefa e Fifa non abbiano mai considerato quei match vere sfide internazionali ufficiali.

LE DUE FORMAZIONI. Non però la partita del 30 novembre 1872, dove la squadra di casa può mandare in campo la bellezza di 11 giocatori in forza a club locali. Tutti provengono da una realtà sportiva ormai affermata in città, il Queen’s Park Fc: non esisteva ancora una vera e propria federazione calcistica scozzese, così ci si affidò a una squadra già esistente. E pensare che quel club è giunto fino ai giorni nostri, facendosi interprete di un calcio puramente radicato intorno a quel motto “ludere causa ludendi”, giocare per divertirsi, costruito su passione amore per il pallone, senza mai decidere di passare al professionismo. Sul fronte opposto invece, gli inglesi hanno alle spalle una vera federazione ormai da tempo, e il suo segretario, Mr. Charles Alcock, è proprio l’ideatore della partita: oltre ad aver scelto l’11 da schierare, provenienti da 9 squadre diverse, vorrebbe essere lui stesso in campo, ma un infortunio non gli permette di essere della partita.

SCAMBI DI CORTESIE ALLA FINE. Il fango e la nebbia di Hamilton Crescent sputano fuori due squadre dai completi ben riconoscibili già allora: i padroni di casa hanno ereditato dalla squadra di rugby delle maglie blu, impreziosite da un cappuccio rosso in testa, mentre gli ospiti indossano un berretto, e una divisa tutta bianca, come i puristi più nostalgici del calcio inglese ben ricordano. Per la cronaca, la partita finì 0-0, dopo un match combattuto ed equo, che ha visto il vantaggio degli scozzesi, affiatati perché tutti provenienti da un’unica squadra, essere ben contrastato dal valore e dalla caparbietà degli ospiti. Ed è un risultato che fa quasi ridere, specie se si pensa agli schemi folli di allora, poco propensi a interdizione, tattica del fuorigioco e catenaccio: entrambe le reti rimasero inviolate sebbene la Scozia schierasse 6 attaccanti, ben 8 l’Inghilterra. Ma è davvero un calcio d’altri tempi: basti pensare a Robert Barker, portiere degli inglesi, che a nel secondo tempo si scambiò con William Maynard e andò a giocare lui in attacco, o a quanto si legge su una pagina di giornale arrivata a noi da allora, nelle note sottostanti il tabellino, dove cavalleria e cortesia spadroneggiano il finale del match: «Alla fine della partita tre cordiali ringraziamenti sono stati dati alla squadra inglese, un complimento restituito alla squadra scozzese. In serata, gli inglesi si sono intrattenuti a cena al Carrick’s Royal Hotel. Un match di ritorno si terrà a Londra nel 1873, e di seguito sono una partita verrà giocata ogni anno, alternativamente in Scozia e in Inghilterra».

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