Scompaiono le croci dalle vette dei Pirenei orientali nel nome della laicità
Dopo l’ennesimo episodio di vandalismo, la Francia getta la spugna. Il Centro nazionale di addestramento commando (Cnec) francese non erigerà più croci cristiane sulle vette dei Pirenei orientali. E lo farà per «non rinfocolare la polemica. Preferiamo optare per la pacificazione», come annunciato in un comunicato.
SCALATA CON IL FLESSIBILE NELLO ZAINO
È con queste parole che il tenente colonnello Christophe Correa ha spiegato con rammarico che non verrà trasportata una nuova croce sulla vetta del Pic Carlit. Le croci non sono «appena un elemento della tradizione, ma servono anche agli escursionisti per orientarsi». Nonostante questo, l’anno scorso un gruppo di vandali è salito a 2.921 metri «con un flessibile nello zaino per distruggere la croce che misura 1 metro e 40 e pesa 40 chili». Dopo averla divelta, l’hanno gettata nella scarpata.
Dopo averla recuperata, i militari hanno fatto richiesta alle autorità di installarne una nuova. Ottenuti tutti i permessi, d’accordo con il vescovo dei Pirenei orientali, hanno però deciso di soprassedere per «evitare di giocare al gatto e al topo» con i laicisti.
ADDIO ANCHE ALLA CROCE SUL CAMBRE D’AZE
Da anni numerosi escursionisti si lamentano per le croci installate sulle cime del Pic Carlit e del Cambre d’Aze, gridando alla violazione del principio di laicità. Anche quest’ultima è stata fatta sparire da una spedizione di volenterosi laicisti. Ora resta solo quella sulla vetta del Canigou, che nessuno osa toccare perché adornata da bandiere della Catalogna. «Se qualcuno osasse rimuoverla, non potrebbe passare più di un giorno nel dipartimento».
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