Putin abbandona la Stazione spaziale internazionale e vola nello spazio con Maduro

Di Paolo Manzo
26 Aprile 2022
Sempre più forti le relazioni tra Russia e Venezuela. In cosa consiste l'accordo per l'esplorazione del cosmo stipulato tra Mosca e il regime sudamericano
Venezuela
Proteste a Caracas, in Venezuela, contro Maduro e Putin (foto Ansa)

Si estendono allo spazio le relazioni carnali tra la Russia di Vladimir Putin ed il Venezuela di Nicolás Maduro. Lo scorso 8 aprile il governo di Mosca ha infatti annunciato un accordo storico di cooperazione con Caracas per l’esplorazione del cosmo. Lo stesso giorno, Roscomos, l’Agenzia spaziale russa, ha fatto sapere che costruirà una nuova stazione orbitale, la ROSS, in partnership proprio con il regime di Maduro. Il direttore generale di Roscomos, Dmitry Rogozin, ha sottolineato che la ROSS è «il futuro della nostra cosmonautica e della nostra esplorazione della Luna», precisando che avrà sei moduli spaziali, dove lavoreranno un massimo di quattro cosmonauti, e che farà due viaggi con equipaggio l’anno e tre con sole merci.

L’accordo “spaziale” tra Russia e Venezuela

Dopo l’imposizione delle sanzioni da parte occidentale, in effetti, Mosca ha rotto con l’ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, un simbolo della sua cooperazione ultra ventennale nel cosmo con la statunitense Nasa, l’Esa europea, e le omologhe agenzie di Canada e Giappone. «Rileviamo con soddisfazione che questo accordo con Caracas è il primo serio passo verso l’attuazione pratica di progetti in un settore così importante dell’alta tecnologia come l’uso pacifico dello spazio», ha dichiarato il vice primo ministro di Putin, Yuri Borisov, dopo un recente incontro con il factotum di Maduro, il ministro del petrolio Tareck El Aissami, da anni accusato dagli Stati Uniti di essere un “grande narcotrafficante”.

L’accordo siglato a inizio aprile prevede anche che Caracas da ora in poi usi il russo GLONASS, acronimo che sta per Global Navigation Satellite System, oggi l’unico sistema di navigazione globale satellitare completamente operativo. Inoltre i due paesi lavoreranno insieme nel telerilevamento della Terra e nelle telecomunicazioni sia satellitari che terrestri. Secondo l’agenzia di stampa legata al governo russo, Sputnik, i piani includono la collaborazione anche nella scienza e nella ricerca, nel telerilevamento terrestre, nelle comunicazioni e la navigazione satellitari, nell’esplorazione spaziale con equipaggio, nonché nella geodesia astronomica, nella scienza dei materiali e nella medicina.

Un vecchio pallino di Putin

A detta di Borisov, la firma di questo accordo intergovernativo «consentirà ai nostri paesi di creare le basi necessarie per lo sviluppo di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa». In realtà la collaborazione con il Venezuela non è una novità ma un vecchio pallino di Putin. Basti pensare che, già nel 2010, quando era primo ministro di Medvedev, durante la sua prima visita a Caracas, proprio Putin aveva offerto all’allora presidente Hugo Chávez di aiutarlo a sviluppare l’industria spaziale venezuelana, approfondendo a partire da allora legami militari, energetici e finanziari sempre più stretti tra i due paesi.

«Il Venezuela è finalmente entrato nella corsa allo spazio. L’esperienza della Russia è gigantesca in tal senso», tuonò all’epoca Chavez, suggerendo che «potremmo installare un lanciatore satellitare qui», e aggiungendo che «stiamo forgiando, come l’acciaio, un nuovo mondo multipolare per rafforzare il nostro potenziale difensivo di fronte alle minacce degli yankee».

Non solo spazio, ma collaborazione militare

Oggi quelli che erano all’epoca solo dei “desiderata” di Chávez, sono diventati una solida realtà. Soprattutto dopo che, lo scorso 6 aprile, Maduro ha rivelato che sono «ben 12 i documenti di cooperazione firmati tra Caracas e Mosca», il che «dimostra una relazione perfetta tra una gigantesca potenza eurasiatica di portata globale e un piccolo paese sudamericano come il Venezuela». Per l’ambasciatore russo a Caracas, Sergei Melik-Bagdasarov, intervistato dalla TASS, oltre allo spazio, gli altri settori interessati dalla partnership con Mosca sono «l’energia, il settore militare, il turismo, l’istruzione e la farmaceutica», aggiungendo che la prossima riunione della commissione intergovernativa russo-venezuelana si terrà tra meno di sei mesi.

Non solo spazio, dunque, ma anche collaborazione militare sempre più stretta. Secondo la rivista statunitense Military Watch, infatti, con i sistemi di lancio di missili terra-aria Su-30MK2 e S-300VM acquistati da Mosca negli ultimi dieci anni, oggi il Venezuela è il paese militarmente più potente del Sud America, seguito da Cile, Perù, Cuba e Brasile.

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