Appello alla distruzione dello Stato di Israele e apologia di sharia e jihad. Le parole dell’imam Brahim Baya sarebbero state gravi anche se veicolate in una moschea. L'ipocrisia di chi lamenta solo la profanazione di un “tempio laico”
A leggere la prima pagina della Stampa del 24 maggio con il commento di Elena Loewenthal, pare che la cosa più grave della preghiera e del sermone dell’imam Brahim Baya nella sede di Palazzo Nuovo dell’Università di Torino occupato dagli studenti pro Palestina sia stata la profanazione di quel “tempio della laicità” che sarebbe l’università attraverso lo svolgimento di un rito religioso, e non la gravità dei contenuti del discorso che il soggetto ha tenuto (la preghiera prevista per ieri al Politecnico, invece, è stata annullata dopo la diffida del questore).
Istintivamente verrebbe da dire: cari laiconi, avete boicottato la visita alla Sapienza di Roma di Benedetto XVI, il papa dell’alleanza fra fede e ragione, valorizzatore delle istanze più genuine dell’illuminismo? Beccatevi la preghiera dell’imam con tanto di apologia del jihad all’Università di Torino! Il quale imam ha avuto la furbizia di introdurre il proprio discorso con un elogio dell’università luogo della ricerca del sap...