Polemiche per la partecipazione di Cerrelli ad un incontro sul gender. Tutto parte da una notizia falsa

Di Redazione
06 Marzo 2015
Il Pd di Calusco d’Adda contesta la presenza ad un convegno del vicepresidente dell’Ugci: «Un individuo che ritiene l’omosessualità una malattia». Non è vero

Schermata 2015-03-06 a 13.59.49«La presenza di Giancarlo Cerrelli alla fiera del libro di Calusco d’Adda con il suo argomento “la minaccia gender” è intollerabile. Un individuo che ritiene l’omosessualità una malattia è un insulto a tutta la fiera… questa è omofobia! In queste ore abbiamo lanciato l’hashtag per esprimere tutto il nostro dissenso. Se anche tu la pensi come noi, ti invitiamo a scrivere un post sulla tua bacheca contro l’omofobia accompagnato da #fuoridalmedioevo. Facciamo sentire a tutti che l’omofobia è l’unica malattia».
Il testo di questo post è apparso il primo marzo sulla bacheca Facebook della sezione locale del Partito democratico di Calusco d’Adda, paese in provincia di Bergamo.

Locandina Convegno CALUSCOCOSA E’ SUCCESSO. Dal 7 al 15 marzo nel paese si svolgeranno una serie di incontri organizzati da PromoIsola, all’interno della nona edizione della “Fiera del libro dell’Isola Bergamasca”. I temi dei convegni e i relatori sono i più vari. Si parlerà di sport e cucina, di economia e pedagogia; vi parteciperanno, tra gli altri, Carlo Cracco, Vittorio Feltri, Xavier Jacobelli, Sveva Casati Modignani. Ad aver attirato l’attenzione del Pd locale è l’incontro dell’avvocato e vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, chiamato a parlare il 7 marzo all’evento intitolato: “La famiglia: un’istituzione in pericolo. La minaccia del gender”.
Ciò ha ingenerato, prima sui social network e poi sui quotidiani locali, un vivace dibattito, il cui presupposto di partenza è che Cerrelli consideri l’omosessualità una malattia. Il presupposto è, semplicemente, falso. Come a suo tempo vi avevamo raccontato, la falsa notizia dipende dalla partecipazione dell’avvocato alla trasmissione “Uno Mattina Talk”, andata in onda su Rai Uno il 20 agosto 2014, in cui si discuteva del ddl Scalfarotto sull’omofobia. Alla domanda: «Lei considera l’omosessualità una malattia?», Cerrelli rispose sempre di «no». Ma da allora circola in rete la cronaca che di quella vicenda fecero molti siti (in testa l’Huffington Post) che mettevano in bocca al vicepresidente dell’Ugci parole mai pronunciate.

STRUMENTALIZZAZIONE. Quella frase costò a Cerrelli persino le critiche del presidente dell’ordine degli psicologi Giuseppe Luigi Palma (ma anche la bella difesa del professore Francesco D’Agostino, presidente dei Giuristi cattolici). In ogni caso, basterebbe rivedere in rete la puntata della trasmissione per rendersi conto di come siano andate le cose (era presente, tra l’altro, il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo).
In ogni caso, probabilmente le parole più sagge le ha pronunciate Roberto Colleoni, primo cittadino di Calusco: «Il mio Comune rispetta la libertà di tutti. Siamo a un fiera del libro e l’incontro è un percorso culturale, non morale. Spiace che si strumentalizzi un incontro culturale».

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3 commenti

  1. Silvio

    Io mi chiedo: visto che l’origine dell’omosessualità è controversa e può essere determinata anche da fattori diversi, perché, anche se non è il caso di Cerrelli, affermare che possa anche essere una malattia?
    Non è un atteggiamento antiscientifico oltre che liberticida?

    1. Silvio

      Ho scritto male volevo dire “perché è vietato dire che può essere una malattia?”.

  2. To_NI

    E’ difficile commentare una notizia di questo per il grado di disturbo che provoca: l’indignazione del PD di Calusco per la presenza del vicepresidente dell’Ugci.
    Ovviamente quando si monta con l’omofobia un meccanismo di diffamazione, e lo si mette per un paio d’anni in esercizio continuo, questo assume una vita autonoma, ed esercita una forza attrattiva verso quella categoria di persone che hanno deciso che devono avere il fiocchetto dei “buoni” ed una “missione da compiere”. Così, Cerrelli, non ha diritto di cittadinanza, e deve essere allontanato. Non lo si deve far parlare e, probabilmente (se dipendesse da loro) neanche lavorare … comunque bisogna punirlo … severamente. Anche denunciarlo quando il sorgere della scalfar8 consentirà di riservare una obbligatorietà dell’azione penale per l’opinione che propone. Questo, infatti, con partecipazione a RAI Uno talk ha messo in difficoltà l’interlocutori presenti in studio. Più facile quindi, invece di seguire il normale – naturale ordine delle cose (discutere, confutare se si è in grado, rafforzarsi nelle proprie convinzioni se l’argomento non convince, cambiare idea), optare per “terra bruciata” intorno e soprattutto “muto per forza”, il contro natura (guarda caso). La sezione PDina segue questi automatismi, non è in grado di discutere, temono un eventuale confronto con un interlocutore serio, ammettono implicitamente la loro debolezza, e da deboli reagiscono con piagnisteo e indignazione (che purtroppo oggi sono le armi più forti per zittire).

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