Perrone: «Bravo Agnelli, Del Piero ha già dato. Largo ai giovani»
«Questo è l’ultimo anno di Del Piero alla Juve». Queste le parole lapidarie che Andrea Agnelli ha usato ieri durante la consueta assemblea degli azionisti al Lingotto. Non l’avesse mai fatto: giornali, televisioni, siti internet, blog e tifosi non vogliono accettare di vedere Alex all’estero con un’altra maglia o peggio ancora dietro a una scrivania. Secondo l’idea degli indignati, Agnelli avrebbe fatto una brutta figura. Non avrebbe usato lo stile Juve. «Non sono assolutamente d’accordo, ma quale brutta figura!» commenta Roberto Perrone, giornalista sportivo del Corriere della Sera. «Agnelli lo aveva già detto lo scorso anno che questo sarebbe stato l’ultimo campionato di Del Piero con la maglia della Juventus. I patti erano chiari col giocatore e la stampa lo sapeva, ma tutti, o quasi, se li erano dimenticati. Agnelli è intelligente, credo abbia fiutato che il momento del possibile rinnovo si stesse avvicinando e quindi ha spazzato via ogni possibile dubbio. Non ci sarà nessun rinnovo di contratto».
Può essere che Agnelli abbia usato questa notizia “clamorosa” per mandare in secondo piano quella altrettanto clamorosa di un buco di bilancio di 95,4 milioni di euro con un aumento di capitale approvato di 120 milioni?
«Assolutamente no. I 95 milioni di perdita e l’aumento di capitale non sono una notizia di oggi. Si sa da molto e tutti ne abbiamo scritto. Dare la notizia su Del Piero davanti agli azionisti della società, davanti a Boniperti, che ha fatto firmare il primo contratto ad Alex, era la cosa più giusta da fare. E sennò quando doveva dirlo? Durante una partita di golf? Il problema è che l’Italia non è solo un paese per vecchi, ma è un paese che non rispetta i giovani. Io andrei in pensione anche domani, ma non posso! Ci sono posti di lavoro dove i dipendenti quando fiutano che qualcuno gli vuole proporre il prepensionamento, costruiscono delle trincee con sacchetti di sabbia e nidi di mitragliatrici intorno alla proprio scrivania. Non esiste! I tempi per Del Piero sono finiti. Come si dice a Genova: “Ha già dato”.
E allora perché il capitano non ha ancora rilasciato dichiarazioni a riguardo?
«Del Piero è il giocatore più scaltro e intelligente che io abbia mai conosciuto. Che questo è il suo ultimo anno in bianconero lo ha detto Agnelli, non lui. Credo che non si sia ancora arreso all’idea di poter giocare ancora un anno per raggiungere i 20 anni di carriera con la Juventus. Sta aspettando il momento più opportuno per dire la sua: dopo una bella doppietta, magari con un gol su punizione e uno “alla Del Piero”. In quel caso tifosi e giornalisti parlerebbero sicuramente di una bandiera immortale e quello sarebbe il momento più opportuno per parlare del suo futuro e cercare di convincere il presidente a farlo giocare ancora un anno».
E ce la farà?
«Ripeto, Del Piero ha già dato. Io l’ho sempre difeso, ma fino a un certo punto, la sua storia col club credo sia arrivata al termine. Tecnicamente cosa può dare ancora? Un campione emerge nei momenti di difficoltà e la Juventus negli ultimi due anni ha vissuto un momento particolarmente difficile. E lui dov’era? Cosa ha fatto Del Piero negli ultimi due anni? È riuscito a distinguersi nel disastro che ha colpito il club di Torino? Non credo proprio. Rimane solo il sentimento popolare, quello dei tifosi che sono cresciuti guardando Alex alla tivù o allo stadio. Per loro sarà difficile accettare di non vederlo più scendere in campo. Ma il calcio non può e non deve essere fatto solo di sentimenti».
Quindi in campo con la maglia della Juve non lo rivedremo. Però magari dietro a una scrivania…
«Agnelli è intelligente, sa fare il suo mestiere. Ma credo anche che sia una persona che non accetta gli sgarbi. Il videomessaggio che Del Piero ha lanciato lo scorso anno dove affermava che era disposto a firmare un contratto in bianco pur di continuare a giocare non è stato digerito dai piani alti della Juventus. È stata una mossa che ha messo i vertici della società con le spalle al muro e quindi sarà difficile vedere Del Piero in giacca e cravatta dietro una scrivania».
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