Il 2011 è stato il loro anno d’oro. Grazie al sequestro di 25 navi nell’Oceano Indiano e nel Golfo di Aden, i pirati somali che ne infestano le acque sono riusciti a incassare in riscatti ben 170 milioni di dollari. I pirati somali, però, se la passano sempre peggio: a causa della missione “Atalanta” di Nato e Ue, sono passati dai 47 sequestri del 2010, ai 25 del 2011, ai quattro del 2012 fino agli zero di quest’anno.
GUADAGNI E SPESE. In media però i pirati somali hanno guadagnato dal 2008 a oggi 120 milioni di dollari all’anno, appostandosi all’entrata sulla rotta del Canale di Suez, da dove passa il 50 per cento del commercio navale mondiale. Gli armatori delle navi, per non incappare nei sequestri, hanno speso nello stesso periodo tra i 900 milioni e i 3,3 miliardi di dollari e il costo dei trasporti è aumentato dell’8 per cento.
BASTA PAGARE IL PIZZO. Basandosi su questi numeri, secondo uno studio ripreso dall’Economist e condotto dagli esperti Tomty Besley, Thiemo Fetzer e Hannes Muller, sarebbe molto più semplice pagare i pirati somali invece che contrastarli. I tre economisti propongono proprio di corrispondere un pizzo ai pirati, una cifra pari a 120 milioni di dollari all’anno. Lo studio ragiona per assurdo e non tiene conto delle vittime fatte negli anni dai pirati ma, fa notare la Stampa, così ci guadagnerebbero tutti: i pirati, che farebbero soldi senza sforzo, e gli armatori, che potrebbero usare i soldi risparmiati per creare 1,5 milioni di posti di lavoro in Somalia e fermare così il reclutamento di nuovi pirati.
ARRESTATO UNO DEI LEADER. Se questo metodo per contrastare la pirateria somala difficilmente verrà messo in atto, intanto un grande passo avanti nel contrasto dei criminali organizzati è stato fatto attraverso i metodi tradizionali. È stato infatti arrestato in Belgio uno dei leader più carismatici delle bande di predoni, il capitano Mohamed Abdi Hassan, detto Afweyne («grande bocca»): gli agenti federali l’hanno attirato a Bruxelles facendogli credere di aver bisogno di lui come consulente per un film sulla pirateria.