
Pellegatti: «Thiago Silva andrà a Parigi. E prepariamoci a dire addio anche a Ibra»
Sembra cosa fatta: Thiago Silva saluta il Milan e si accasa sotto la Torre Eiffel, al Paris Saint Germain degli ex Ancelotti e Leonardo. «Il Milan non è abituato ad avere giocatori da cedere inevitabilmente». Il commento un po’ deluso è di Carlo Pellegatti, giornalista di fede milanista di Sport Mediaset: «Adriano Galliani l’aveva detto più volte, il calcio italiano non può più gareggiare a certi livelli di ingaggi. Lo ha dimostrato lo scorso anno l’Inter vendendo Eto’o, dopo l’offerta stellare dell’Anzhi, ora tocca al Milan. Un peccato, dopo Kakà al Real Madrid non pensavamo di assistere così presto a un’altra cessione autorevole».
Ci sono ragioni di spogliatoio per l’addio di Thiago?
No, è solo una questione di soldi.
Ogbonna, Dedè e Silvestre sono nel mirino della società rossonera, ma basteranno a far dimenticare il difensore brasiliano?
Quando viene ceduto un fuoriclasse qualunque sostituto sembra inadeguato, anche se stiamo parlando di buoni giocatori. Ma ripeto, ha dettato legge il riassesto delle casse milaniste.
E dopo Thiago Silva potrebbe toccare a Ibrahimovic?
È possibile. Bisognerà vedere cosa decide il giocatore. Ibra non ha accettato il Paris Saint Germain, anche perché 12 milioni di euro glieli dà solo il Milan. Certo, se vuole vincere gli sorgeranno dubbi amletici: i soldi o la gloria.
Il Milan non rischia di avere un giocatore con il mal di pancia per tutta la prossima stagione?
Preferisco avere Ibrahimovic con il mal di pancia piuttosto che avere un giocatore meno forte in attacco senza mal di pancia.
C’è chi, tra gli osservatori milanisti, parla di operazioni di mercato che servirebbero ad avere conti in attivo per poi avere più possibilità di vendere la società, magari allo sceicco di turno.
Le storie del Psg e del Manchester City parlano chiaro: l’avvento degli arabi c’è stato solo dopo la pulizia totale del bilancio. Per la cessione di Thiago Silva, tra cartellino e ingaggio, si parla di un totale di 80 milioni di euro risparmiati dalla società rossonera, quindi non escludo che sia l’anticamera dell’entrata parziale, non credo totale, di nuovi soci arabi. Ma in questo momento, può capitare di tutto.
Ma se dovesse andar via anche Ibra, in attacco si potrebbe fare un pensierino per Shevchenko? Dopo i due gol rifilati alla Svezia…
Il rimpianto Sheva c’è a prescindere, siamo tutti affezionati a questo grande attaccante. Un giocatore educato alla scuola di Lobanovskyi, un esempio di serietà. Mi ricordo ancora quando baciò la maglia sapendo che sarebbe andato via, non l’ho mai rimproverato. È ancora oggi il secondo cannoniere nella storia del Milan, penso che nessuno potrà più scavalcarlo.
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