Ci sono crisi di cui si parla molto e altre di cui non si parla affatto: è il caso dell’inverno demografico in cui l’Italia affonda sempre più, con implicazioni profonde anche sul mercato del lavoro e, inevitabilmente, sulla tenuta del sistema economico.
«Ormai si fanno talmente pochi figli che un’amministrazione seria potrebbe fare dei percorsi quasi individuali, accompagnare la mamma dalla nascita alla scuola – riflette Valentina Castaldini, consigliere regionale di Forza Italia in Emilia Romagna –. Ho proposto che la Regione applichi a questo tema la stessa dinamica strategica del Patto per il lavoro e per il clima, che a detta di tutti è un’esperienza virtuosa: sottoscrivere un Patto per la natalità insieme a enti locali, sindacati, imprese, scuola, atenei, associazioni ambientaliste, terzo settore e volontariato, professioni, Camere di commercio e banche, per delineare la cornice strategica e le direttrici dei successivi accordi operativi e strategie attuative necessarie per raggiungere l’obiettivo condiviso dell’aumento della natalità».
«La sinistra ha qualche responsabilità»
A spingere Castaldini all’azione è stata, paradossalmente, l’ammissione dello stesso presidente Stefano Bonaccini che «la sinistra ha qualche responsabilità nel dibattito in questi decenni in questo Paese, perché ne ha sempre parlato troppo poco». In Emilia sulla carta non manca nulla: ci sono gli asili, le politiche a sostegno dell’infanzia sono all’avanguardia, eppure si sono persi comunque circa 11 mila nati in 10 anni. In linea con i dati nazionali, certo, ma è una magra consolazione.
Anche le politiche messe in campo finora sembrano essere spuntate: di fronte alla riduzione progressiva della popolazione in età fertile, pensare di fare affidamento solo sul ritorno dei cosiddetti “cervelli in fuga” per invertire la tendenza sembra più un’idea da appuntare nel libro dei sogni che un’alternativa realmente percorribile.
Fare rete
«In questi due anni si è sempre parlato del patto siglato per il lavoro e il clima – continua Castaldini – ma non si può parlare di lavoro, non si può parlare di clima se non c’è qualcuno a cui questa politica è rivolta. Serve un patto sulla natalità: quei 60 firmatari prima di tutto devono avere la preoccupazione di siglare un patto sulla natalità in cui ogni attore coinvolto deve fare un pezzo».
La sfida lanciata lanciata dalla consigliera è ambiziosa: andare oltre le politiche familiari per rimettere la natalità al centro di ogni politica, facendo rete anche con le regioni vicine e i loro amministratori, gli unici che conoscono così bene il loro territorio da saperne cogliere le esperienze virtuose così come affrontarne le criticità.
Un Pnrr per la natalità
«La politica, tutta la politica, deve avere in mente quel 77 per cento di persone che, secondo le statistiche, vogliono avere figli» conclude la consigliere di Forza Italia che vede nelle politiche a sostegno della natalità anche un possibile impiego per le ampie risorse per il Pnrr.
«Dobbiamo fare un lavoro fra le regioni e capire che il tema della natalità è il grande assente dal Pnrr ma noi dobbiamo saperlo mettere a frutto anche in vista di una politica comune sulla natalità. Il Pnrr è una gara gloriosa a fare cose belle ma in una competizione virtuosa, rivolta a colmare le falle, le problematiche del territorio sfruttando fino all’ultimo centesimo disponibile».
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