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Credo che il nome di Leone XIV non fosse nemmeno quotato dai bookmakers che raccoglievano le scommesse sul conclave. Più ancora dello stupore di veder affacciato alla Loggia centrale di San Pietro un papa yankee, ciò che ha colpito l’immaginario collettivo è stato il nome che si è dato. Un nome antico – anche se tornato di moda soprattutto tra le famiglie vip – simbolo e manifesto del suo pontificato. Se Ratzinger aveva scelto di guardare a Benedetto, padre della civiltà europea, e Bergoglio si era immedesimato con Francesco e la sua dedizione ai poveri, Prevost ha abbracciato l’eredità di Leone XIII nel rispondere alle grandi questioni sociali del suo tempo.
Papa Pecci ha lasciato un segno indelebile con la sua enciclica più famosa, la Rerum Novarum. All’indomani dell’unità d’Italia, che metteva definitivamente termine al potere temporale della Chiesa dopo undici secoli, Leone XIII ha raccolto il guanto di sfida del dialogo con la modernità. La Chiesa ha capito di avere qualcosa da di...
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