Articolo tratto dall’Osservatore romano – In Venezuela non esistono le «condizioni minime» per garantire che le elezioni del prossimo 20 maggio siano «libere e credibili». La denuncia arriva dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid bin Ra’ad Al Hussein, che ha illustrato anche altre «violazioni dei diritti umani» nel paese sudamericano.
Nel suo rapporto annuale, Al Hussein ha segnalato che in Venezuela «le libertà di espressione, opinione, associazione e assemblea pacifica sono sistematicamente represse e severamente ristrette», e le autorità hanno impedito che le principali forze dell’opposizione partecipino alle elezioni. «Anche il principio di separazione dei poteri appare seriamente compromesso, giacché l’Assemblea costituente, dove siedono solo rappresentanti che sostengono il governo, continua a concentrare potere, senza alcuna restrizione» ha aggiunto l’esponente delle Nazioni Unite.
Al Hussein si è detto molto preoccupato anche per «le centinaia di informazioni credibili che sono pervenute riguardo a uccisioni extragiudiziarie», nonché per la crisi economica che «ha portato un aumento drammatico della malnutrizione, che colpisce soprattutto anziani e bambini».
Caracas, comunque, non sembra intenzionata ad annullare le elezioni presidenziali e conferma la data del 20 maggio. In un primo momento le consultazioni erano state previste per il il 22 aprile, ma il presidente del Consiglio elettorale nazionale (Cne), Tibisay Lucena, nei giorni scorsi aveva annunciato il rinvio al termine di una riunione d’urgenza dell’organismo. La decisione era stata interpretata da gran parte della stampa internazionale come un segnale di apertura del governo del presidente Nicolás Maduro alle richieste di alcune forze dell’opposizione. Ma la situazione sembra più controversa.
La scadenza formale per iscriversi alla tornata elettorale era quella del 2 marzo. La maggior parte dei partiti di opposizione ha deciso di boicottare le elezioni lamentando la mancanza di garanzie per un corretto svolgimento del voto. Il Cne ha annunciato che i candidati definitivi per le elezioni sono cinque: oltre Maduro e Falcón ci sono il pastore evangelico Javier Bertucci, l’ingegnere Reinaldo Quijada e l’imprenditore e pastore evangelico Luis Alejandro Ratti. I due ultimi candidati, sebbene formalmente indipendenti, sono considerati prossimi al chavismo.