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La tattica è cambiata. L’Azerbaigian, spalleggiato dalla Turchia, non intende più, almeno per ora, sgozzare come un capretto l’Armenia partendo dal Nagorno-Karabakh. Preferisce strozzarla, impiccarla come un cane, evitando il sangue che fa sempre un brutto effetto. La strategia resta invariata: genocidio, non proprio ammazzandoci tutti come provarono a fare i turchi nel 1915, ma liquidando la nostra sovranità, succhiando l’anima della nostra identità unica di cristiani caucasici. La tecnica è quella dello stop and go, all’interno del disegno di instaurare un nuovo impero ottomano, nel cui ambito l’Armenia sia una riserva indiana, e gli armeni una curiosità folkloristica in via di sparizione. Si illudono però di riuscire in questo disegno, dovranno passarci tutti a filo di drone, non ci arrenderemo, non partiremo con un fagotto in una nuova diaspora.
Mi rendo conto che chi legge per la prima volta questa rubrica non capirà un tubo. Perché ...
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