Nozze gay. La legge inglese cambia il significato delle parole “marito” e “moglie”
Aggiornare le leggi nazionali alla rivoluzione del matrimonio gay è un’operazione più impervia di quanto si possa pensare. Se ne sono accorti nel Regno Unito, dove la legalizzazione delle nozze omosessuali è ormai alle porte e il governo ha cominciato a pensare a come modificare termini apparentemente semplici e immediati come “marito” e “moglie”.
MARITO DONNA. Nelle “note esplicative” apposte in fondo al Marriage (Same Sex Couples) Bill il governo inglese ha fatto scrivere che i termini “marito” e “moglie” diventeranno interscambiabili. Come? Dal momento che d’ora in poi qualunque legge citi il “matrimonio” potrà intendere anche un matrimonio dello stesso sesso, non bisognerà più intendere la parola “marito” rivolta solo a un uomo e quella “moglie” rivolta solo a una donna.
MOGLIE UOMO. Secondo le nuove linee guida, il termine “marito” indicherà o l’uomo in una relazione eterosessuale o l’uomo in una relazione omosessuale o la donna in una relazione lesbica. Allo stesso modo, il termine “moglie” indicherà o la donna in una relazione eterosessuale o la donna in una relazione lesbica o l’uomo in una relazione omosessuale. «In questo modo – si legge – si terrà conto dei matrimoni dello stesso sesso sia maschili che femminili».
«CASINO RIDICOLO». Inevitabile l’ondata di critiche che si è riversata sul governo per l’operazione grottesca: «Non siamo più davanti a un semplice artifizio giuridico – ha dichiarato Lord Tebbit – ma al rovesciamento del normale e naturale significato delle parole». Polemica sollevata anche da un portavoce del Coalition for Marriage, organizzazione che si batte contro la nuova legge voluta dal governo di David Cameron, nonostante l’opposizione di almeno metà del suo partito conservatore: «Abbiamo sempre saputo che il governo si sarebbe ingarbugliato da solo nel tentativo di ridefinire il matrimonio, ma ora vediamo quanto sia ridicolo il casino che hanno creato. La storpiatura della lingua inglese mostra che cosa succede quando dei politici cominciano a trafficare con il matrimonio: entrano nel regno dell’utopia».
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26 commenti
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E dire che si è sempre detto che il Parlamento inglese può fare tutto tranne cambiare gli uomini in donne e viceversa….
Sentire certi discorsi da gente che parla con un amico immaginario fa un po’ sorridere.
O dimostrate che dio esiste e in maniera incontrovertibile o è tutta fuffa
Tu dimostraci incontrovertibilmente che Dio non esiste, poi vediamo chi sorride.
Onus probandi incumbit actori
l’onere di dimostrare che dio esiste spetta a chi afferma che dio esiste, non è intellettualmente onesto invertire i ruoli!
sarebbe come se un magistrato venisse ad accusarti di avere provocato la morte di qualcuno non portando alcuna prova ma pretendendo che tu dimostri di non essere il responsabile.
chiedere la dimostrazione della non esistenza di dio da chi non è credente… siamo alla farsa!
Sarebbe vero se fossimo a un processo, ma non lo siamo (almeno per ora, perché non siamo lontani dal reato di “flagrante cristianità”).
L’esistenza o la non esistenza di Dio non è una questione giuridica o scientifica: essa è metafisica. Ogni affermazione a riguardo, positiva o negativa, sarebbe infalsificabile (non dimostrabile scientificamente).
Quindi se non la si dibatte sul piano metafisico significa che si è alternativamente in malafede ovvero si è degli incommensurabili somari.
La risposta del Tubini, a saper leggere oltre il significato immediato delle parole (si chiama capacità di astrazione, metodo che distingue le bestie dagli uomini e che, devo osservare, gli esemplari di ateo-omo-disperatissimus su questo sito si ostinano a non capire) voleva evidentemente sottolineare la patente stupidità di un’affermazione come quella del commentatore precedente, che per porre una domanda talmente ridicola si deve essere evidentemente perduto duemila anni (giusto per restare al d.C.) di elaborazione filosofica sulla questione.
A quanto pare le spese pazze in lustrini e paillettes affrontate per il gay pride hanno compromesso il budget dell’arcigay, che ha dovuto sfrondare le spese sulle dotazioni librarie. Ma non disperatevi, potete sempre fruire delle biblioteche universitarie: sapete, quelle istituzioni messe in piedi dalla Chiesa alcuni secoli orsono, tra una crociata e un rogo di streghe …
ma infatti la questione è stata malposta da gmtubini, noi non sappiamo e neppure possiamo sapere se dio esiste, quindi dal mio punto di vista di razionalista il problema è privo di qualsiasi valore ed infatti non ci perdo tempo, poi tanto ci siete voi ad arrovellarvi il cervello nel devoto sforzo di dimostrare (alcuni scientificamente, altri metafisicamente) l’esistenza di un dio.
il primo a pretendere dimostrazione di qualcosa di indimostrabile è stato tubini. poi attaccare sul piano personale è comportamento da persona mediocre.
Il primo a pretendere qualcosa di indimostrabile è stato Cami (o dimostrate che dio esiste e in maniera incontrovertibile o è tutta fuffa) al quale Tubini ha riposto a tono. Ma tant’è.
Per il resto prendo atto del tuo avere abdicato a quell’attività che accompagna il cammino dell’umanità dagli albori: la ricerca dell’esistenza (o della non esistenza) di Dio.
Ora, non ti offendere ma prendilo come un’esortazione a ritrovare la tua dimensione eterna (e sono davvero lontano dal volerti deridere): la tua posizione è straordinariamente simile a quella della greggia leopardiana contrapposta al pastore errante (naturalmente tu sei la greggia).
Capacità di astrazione, per Dio, capacità di astrazione. Non sei stato fatto solo per soddisfare la panza e il sottopanza.
quando parli di ricerca dell’esistenza di dio immagino che ti riferisci al dio cristiano Jahvè, ma tu ti sei mai preoccupato dell’esistenza di Amaterasu, di Baal Hammon o Torngasoak.
il dio che tu adori, esiste da meno di 6000 anni, ma l’uomo moderno esiste da oltre 100000, secondo te quante migliaia di divinità ci sono state prima che comparisse jahvè?
preoccuparsi solo di Jahvè ma ignorare le migliaia di altre divinità (http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_divinit%C3%A0) mi pare segno di chiusura mentale.
io coerentemente, me ne frego di tutti.
a me tutte queste divinità mi fanno venire in mente un aforisma di Thomas Jefferson
“Verrà il giorno in cui la mistica nascita di Gesù, ad opera dell’Essere Supremo come Padre, nel grembo di una vergine, sarà considerata come la favola della generazione di Minerva dalla testa di Giove.”
Sei riuscito a esprimere con rara chiarezza e capacità di sintesi la cifra del tuo sistema valoriale e morale; in altre parole si comprende senza tema di smentita che non hai proprio capito in ca…o. Buonanotte pecorone. Beeeeeeeeee.
mi pare che quella contro i matrimoni gay sia oramai una guerra persa.
in poco più di 10 anni si è arrivati a 15 stati, tra cui la più grande nazione cattolica del mondo (Olanda, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia, Portogallo, Islanda, Danimarca, Francia, Canada, Argentina, Brasile, Uruguay, Sud Africa, Nuova Zelanda) e il distretto federale di città del Messico (una nazioncina di 24.748.250 abitanti) a cui vanno ad aggiungersi 14 stati USA (California, Connecticut, Delaware, Iowa, Maine, Maryland, Massachusetts, Minnesota, New Hampshire, New York, Rhode Island, Vermont, Washington) e il distretto di Columbia.
A breve si aggiungeranno Inghilterra e Galles, Scozia, Nepal e Lussemburgo.
Con questi ritmi di crescita, è ragionevole ipotizzare che entro 5 anni, in tutti gli stati USA, in Europa (occidentale) e in sud America sarà riconosciuto il matrimonio gay ovunque?
allora perchè incaponirsi su questo tema, ci saranno pure altre battaglie da portare avanti!!!
Scusa Andrea, mi permetto di consigliarti l’articolo sul sito di Tempi :”Nozze gay, l’arcivescovo di San Francisco resiste: «Non è cristiano pensare che la storia sia irreversibile”, a me è sembrato molto interessante. Poi, di battaglie da combattere ce ne sono parecchie, contro aborto ed eutanasia in primis e si combattono, ma forse l’effetto di incaponimento te lo danno i media schierati compattamente a favore dei “matrimoni” gay , cosa che non corrisponde affatto al sentire della gente, e forse anche la mancata lettura dei mille articoli di Tempi su altri argomenti.E infine ti vorrei dire che il matrimonio gay non è un “argomento”, ci vanno di mezzo tutti, soprattutto i bambini, chi li difende i bambini, i nostri figli ?
quindi per te il “sentire della gente” è prioritario tanto da ritenere giusto che si impedisca di riconoscere diritti a delle persone che si amano (ma che hanno la colpa di avere preferenze sessuali non allineate alla maggioranza)
Il sentire della gente (almeno di quella maggioranza che conta) è quello che in passato ha ritenuto sbagliato: divorzio, aborto, matrimoni misti, voto alle donne, ecc. così come oggi accade con il matrimonio gay
ma fortunatamente, oggi lo stesso “sentire della gente” considererebbe folle chi proponesse di tornare a vietare il divorzio e razzista chi volesse impedire i matrimoni tra bianchi e neri.
Si chiama progresso e fa paura solo ad alcuni che hanno un destino comune: saranno ricordati nei libri di storia.
La tua opposizione al matrimonio gay ha degli effetti concreti nella vita di molte persone, so che a te magari non frega nulla, ma se il mio compagno sta male e necessita di assistenza, io non posso avere permessi per motivi familiari che invece tu hai! se a te sembra giusto che il mio amore valga meno del tuo…
L’ineluttabile “progresso” verso il “mondo migliore”!
Ah, ah, ah!
Che bischerata folle!
L’unica cosa certa è che moriremo tutti, e ben prima di vederlo anche da lontano, il cosiddetto “mondo migliore”.
P.S.: sicché tu ti sposeresti per andare a trovare il tuo ganzo all’ospedale?!
che squallido modo di rispondere, ma se la persona più cara per te si trova in ospedale riduci tutto all’andare a trovare la tua ganza in ospedale? sei un ottimo esempio di come vada espressa la carità cristiana!
non so che età hai, ma fossi in te non sarei così pessimista.
Vediamo un po’ se ho capito bene:
a giudicare da quanto tu stesso affermi, tu sei uno che si dedica ad uno dei quattro peccati cosiddetti che “che gridano vendetta al cospetto di Dio” e non solo lo fai pubblicamente e senza mostrare vergogna alcuna, ma anzi, rivendicando presunti diritti in merito, lasci pure intendere che fare le zozzerie che fai in realtà non ci sia nulla di male (noo, macché!), perpetrando quello che è considerato l’unico peccato imperdonabile, ovvero il peccato contro lo Spirito Santo.
Dunque tu, dal fondo di codesto abisso di abiezione in cui ti sei cacciato con le tue mani, mi vorresti impartire lezioni di “carità cristiana”.
Bene, grazie, ne farò tesoro, perché io son cento volte peggiore di te.
Tuttavia ti faccio notare che io mi sono limitato a farti presenti due sole cosette che mi parevano di evidente constatazione che qui di seguito ti ribadisco brevemente:
1) il “mondo migliore” a cui tende il “progresso” è una bischerata pazzesca per la quale milioni e milioni di uomini si sono scannati per millenni e, ahimè, voi che lo aspettate su questa terra non lo vedrete mai e poi mai, in quanto schiatterete assai prima.
2) tra le motivazioni che spingono la gente al matrimonio io non considererei tanto prioritaria quella di poter andare a trovare il coniuge all’ospedale (e poi sarei io il pessimista!) e oramai lo sa anche il ciuco di melesecche che quello “del povero ganzo all’ospedale che crepa solo come un cane”, lungi dall’essere la verità che voialtri gay non sapete neanche dove stia di casa (infatti oramai tutti gli ospedali hanno cambiato il proprio regolamento interno a questo scopo), è solo un espediente propagandistico ipocrita che vi serve per impietosire i fresconi a farsi dare con il dito l’intero braccio, e convincerli a riconoscere la pagliacciata che voialtri chiamate “matrimonio gay”.
“Secondo un calcolo eseguito dall’australiana Melbourne Ports Residents for Marriage Equality, attualmente 607 milioni di persone vivono in paesi in cui viene riconosciuto il matrimonio egualitario”
con argomentazioni come quelle da te proposte, vuoi che tutto i paesi che hanno approvato il matrimonio gay non tornino indietro!
io spero (sinceramente) aumentino i cattolici come te
Ecco, appunto, ti mancano ancora i paesi dove vivono circa sei miliardi di persone, coraggio, il mondo migliore è dietro l’angolo.
Quanto alle “argomentazioni” di cui cianci non mi pare di averne proposte nessuna.
Ma se insisti…
Russia, Cina, India, Nigeria, Romania, Iran, Sudan, Bilgaria, Albania…
Se sei così orgoglioso di far gruppo con i paesi più arretrati in termini di diritti civili…
-Come va il dizionario?- chiese Winston, alzando la voce, per superare il rumore.
-Va lento, ma va bene- disse Syme. -Sono agli affettivi. È un lavoro meraviglioso.
S’era come illuminato immediatamente, al solo accenno al Dizionario. Mise di lato la ciotola, prese il pezzo di pane con una mano e il cubo di formaggio con l’altra e si chinò sulla tavola, per non essere costretto a urlare.
-L’undicesima edizione è la definitiva- disse. -Stiamo dando alla lingua la sua forma finale… la forma che dovrà avere quando nessuna potrà parlare una lingua diversa. Quando avremo finito, la gente come te dovrà impararla di nuovo. Tu crederai che il lavoro consista nell’inventare nuove parole. Neanche per sogno! Noi distruggiamo le parole, invece. Dozzine, ma che dico? Centinaia di parole ogni giorno. Stiamo riducendo la lingua all’osso. L’undicesima edizione non conterrà nemmeno mezza parola che cadrà in disuso prima del 2050.
Cominciò a mordere avidamente il suo pezzo di pane, ne inghiottì un paio di bocconi, e poi ricominciò a parlare, col trasporto tipico dei pedanti. La sua faccia magra e scura prese ad animarsi, gli occhi smisero l’atteggiamento ironico e quasi si persero come nell’inseguimento d’un sogno.
-Ah, è davvero una gran bella cosa, la distruzione delle parole. Naturalmente il grosso delle stragi è nei verbi e negli aggettivi, ma ci sono anche centinaia di sostantivi di cui si può fare benissimo piazza pulita. Non è soltanto questione dei sinonimi. Ci sono anche gli antinonimi. In fondo, a pensarci bene, che ragione c’è di mantenere una parola che è soltanto l’opposto d’un’latra parola? Una parola contiene il suo opposto in se stessa. Prendiamo la parola buono, per esempio. Se c’è una parola come buono, a che serve una parola come cattivo? La parola sbuono servirà altrettanto bene, se non meglio… perché costituisce un opposto preciso, mentre l’altra parola non lo costituisce affatto. O ancora, se vuoi qualcosa di meglio, di più forte che buono, che ragione c’è di mantenere una serie di parole imprecise, vaghe, inutili come eccellente, o splendido, o il resto che sai? Plusbuono servirà a dare tutti i significati, ovvero bisplusbuono se ci sarà bisogno di qualcosa di più forte. Naturalmente noi usiamo già codeste forme, ma nella versione finale della neolingua non ci sarà null’altro al di fuori di esse. Nello stadio finale i significati di bontà e di cattiveria saranno affidati a sei parole soltanto… che saranno in realtà una parola sola. Non vedi la bellezza di tutto questo, Winston? Il primo a pensarci fu naturalmente G.F., naturalmente- aggiunse dopo un secondo.
A sentir nominare il Grande Fratello, il volto di Winston tradì una sorta di incolore emozione. Ciononostante Syme sentì subito come una mancanza d’entusiasmo.
-Non hai ancora capito bene che cos’è la neolingua, caro Winston- disse tristemente. -Anche quando scrivi continui ancora a pensare in archelingua. Ho letto alcuni di quei pezzetti che scrivi di tanto in tanto nel Times. Non c’è male, ma sono traduzioni. Intimamente, non sei ancora riuscito a staccarti dalle convenzioni dell’archelingua, con tutta la sua imprecisione, con tutte le sue inutili sfumature di significato. Non senti ancora la bellezza della distruzione delle parole. Non lo sai che la neolingua è l’unica lingua del mondo il cui vocabolario s’assottigli di più ogni anno?
Winston lo sapeva, naturalmente. Sorrise, in attitudine di condiscendenza, almeno nella sua intenzione, ma non si fidava di parlare. Syme diede un altro morso al suo pezzo di pane nero, lo masticò in fretta e poi riprese:
-Non ti accorgi che il principale intento della neolingua consiste proprio nel semplificare al massimo le possibilità del pensiero? Giunti che saremo alla fine, renderemo il delitto di pensiero, ovvero lo psicoreato, del tutto impossibile perché non ci saranno più parole per esprimerlo. Ognuna delle idee che sarà necessaria verrà espressa esattamente da una “unica” parola, il cui significato sarà rigorosamente definito, mentre tutti gli altri significati sussidiari verranno aboliti e dimenticati. Già nell’undicesima edizione non siamo troppo lontani da questi risultati. Ma il processo di riassorbimento delle parole continuerà a lungo dopo che tu e io saremo morti. Ogni anno ci saranno meno parole, e la possibilità di pensare delle proposizioni sarà sempre più ridotta. Anche oggi, naturalmente, non c’è né ragione né giustificazione per lo psicoreato. È tutta questione d’autodisciplina, di verifica della realtà. Ma un bel giorno non ci sarà bisogno nemmeno di questo. La Rivoluzione sarà completata solo quando la lingua avrà raggiunto la perfezione. La neolingua è il Socing, e il Socing è la neolingua- aggiunse con una specie di mistica soddisfazione. -Non hai mai pensato, caro Winston, che per l’anno 2050 nemmeno un solo essere umano sarà in grado di capire il significato d’una conversazione come quella che stiamo tentando ora?
George Orwell, 1984
Ho sempre ritenuto che il punto debole dell’utopia omosessualista sia la sua scarsa considerazione del senso del ridicolo derivante dalla perdiata della ragione. Potranno anche cambiare la legge, ma peggioreranno proprio quello che vogliono combattere, cioè la situazione di discriminazione degli omosessuali.
Forse pensano di sfogare la virilità che non hanno da un lato, nell’imporre alla maggioranza le loro leggi……………. da qualche parte devono pur dimostrarla….
Bene lei invece come la scarica la sua? Con i riti ideologici confessionali? Altro punto non è un’imposizione alla maggioranza… Non può credere che la maggior parte della popolazione etero condivida il suo pensiero e la sua ideologia
Cisco Cisco ma se sono anni che in Europa andiamo avanti con le varie ideologie confessionali senza preoccuparci del senso del ridicolo…che problema ti fai?
Paoletto, hai davvero scoperto il senso del ridicolo ? Queste sono notizie!
Uno dei segnali più chiari della decadenza è quando si perde il senso del ridicolo e il grottesco diviene norma.
Hai ragione Picchus, i popoli nordeuropei stanno perdendo il senso della Ragione.Ormai vengono introdotte le cose più folli spacciandole per “progresso” o “modernita”,