Napoli e Milano: sondaggi, sgarbi e assurdità della corsa a sindaco

Di Emanuele Boffi
27 Aprile 2011
In Campania si andrà al ballottaggio ed è corsa tra De Magistris e Morcone per sfidare il favorito Lettieri. Nel capoluogo lombardo la Moratti tenta di vincere al primo turno, ma saranno determinanti i voti dei grillini. In entrambi i casi, il Terzo Polo non attrae consensi. Anzi, in Fli si torna a dividersi tra falchi e colombe

Si avvicina il voto (15-16 maggio) e iniziano a uscire sondaggi importanti per le due principali corse a sindaco nelle città di Napoli e Milano.

NAPOLI. Ieri il Riformista ha dato notizia di una rilevazione della Lorien Consulting secondo cui Gianni Lettieri (Pdl) sarebbe al 33 per cento, Luigi De Magistris (Idv) al 26, Mario Morcone (Pd) al 16. Forte anche l’astensione che si attesterebbe intorno al 30 per cento. Sondaggio anche del Corriere del Mezzogiorno – Swg che dà Lettieri tra il 33 e il 37, Morcone tra il 24 e il 28, De Magistris tra il 19 e il 23, Raimondo Pasquino (Terzo Polo) tra il 6,5 e l’8,5.

Dare credito a questi numeri significa immaginare un ballottaggio e una corsa tra De Magistris e Morcone per accedervi. Fatto, questo, che mette in luce la grave crisi del Pd, che certamente paga lo scotto del pasticcio primarie e della figura di un candidato tanto stimato quanto sconosciuto. Tutto a vantaggio di De Magistris, che è stato capace di sfruttare le debolezze dei democratici a suo vantaggio. Intanto in città ci si divide anche trasversalmente: un gruppo di solidi esponenti di sinistra (tra cui Antonio Napoli, ex Pci) ha esplicitato la propria preferenza per Lettieri con lo slogan «questa volta si può». L’outing ha rinfocolato le polemiche su Lettieri, accusato dagli avversari di essere il candidato più in continuità con la passata gestione “bassolinana” (si è assurdo: ma a Napoli è il Pd ad accusare il Pdl di essere bassolinano).

A questo va aggiunto che Claudio Velardi (ex collaboratore di D’Alema), organizzatore della campagna di Lettieri, va in giro a dire che i cozzoliniani (cioè i supporter di Andrea Cozzolino, il candidato vincente alle primarie, poi escluso perché accusato di brogli) voteranno nel segreto dell’urna per il candidato del Pdl. Ad aumentare ulteriormente il grottesco è arrivata anche la notizia che Bassolino (finora piuttosto silente) farà gli ultimi giorni di campagna elettorale accanto a Morcone, cercando di far risalire di qualche punto le percentuali. Da ultimo, da segnalare, una nuova intervista di Antonio D’Amato (ex presidente di Confindustria, da sempre vicino al centrodestra) sul Corriere della Sera che ha di nuovo sparato ad alzo zero contro Lettieri.

MILANO. Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani si sono detti convinti che, alla fine, a Milano vincerà il loro candidato Giuliano Pisapia (in realtà è il candidato di Sel che ha battuto i “loro” candidati alle primarie). Forzano la mano con queste dichiarazioni perché Pisapia raccoglie più consensi della coalizione che lo sostiene, al contrario di Letizia Moratti che non raggiunge la somma tra Pdl e Lega. Tuttavia, le rilevazioni dicono che tra Moratti e Pisapia ci sono circa 10 punti, con la prima che viaggia intorno al 50 per cento e il secondo al 40. Diventano così fondamentali i risultati che otterranno gli altri due concorrenti e cioè il grillino Mattia Calise, dato tra il 4,8 e il 5,1 per cento, e Manfredi Palmeri (Terzo Polo) che si ferma sotto il 5 per cento (Fli è data al 2 e l’Udc intorno al 2,5).

Calise sta subendo così gli attacchi che gli arrivano da sinistra perché si teme “l’effetto Piemonte“: cioè che accada ciò che è successo nella corsa alle ultime regionali tra Mercedes Bresso e Roberto Cota, quando i voti “inutili” dati a Grillo fecero prevalere il candidato leghista. Palmeri è, invece, un candidato già delegittimato in partenza. In Fli, avendo capito che non ha nessuna possibilità (nemmeno di conseguire un risultato dignitoso), ci si è già iniziati a dividere su chi si dovrà sostenere al ballottaggio. Ed è così riemersa la solita frattura tra falchi e colombe, con le prime (Bocchino) che pendono verso Pisapia e le seconde (Urso) verso la Moratti.

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