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Non solo l’universo, ma anche il globo su cui c’indaffariamo ha una vastità che eccede le nostre misurazioni ed esplorazioni. L’impero tecnologico, affaristico e algoritmato che incombe dall’alto, trama dal basso e s’infiltra nei nostri meandri più intimi appare gigante come lo poteva sembrare Gargamella nel villaggio dei Puffi.
Galleggiamo in un mare «alto e aperto», direbbe Dante. È corroborante ricordarselo attraverso nuovi indizi. Una recente spedizione oceanografica al largo delle coste cilene ha scoperto una montagna sottomarina nel Pacifico meridionale, alta 3.109 metri sopra il fondale. È stata paragonata a un monte Olimpo sottomarino, ma con impatto visivo più potente la Cnn ha suggerito: «Immaginate quattro grattacieli alti quanto il Burj Khalifa, l’edificio più alto del mondo, impilati l’uno sull’altro». Come al tempo di Babele, crolla miseramente l’illusione di arrivare ad agguantare il cielo (o la terra). È una sconfitta per l’orgoglio, è una partita aperta per anime rimas...
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