
Meno tasse, più spesa sociale. Sono della Merkel le promesse elettorali più spendaccione d’Europa
Austerità, niente deficit, basta debiti. Tutti conoscono il ritornello di Angela Merkel, che predica e impone da anni il rigore a tutti i paesi dell’Unione Europea. La campagna elettorale della Cancelliera tedesca in patria, però, non è improntata sul solito mantra ma su «promesse populiste e irrealizzabili». È il quotidiano tedesco Bild a fare le pulci al manifesto della Merkel, che ieri ha lanciato la sua campagna elettorale in vista del voto federale previsto per il prossimo 22 settembre davanti al suo partito Unione dei cristiani democratici (Cdu) e all’affiliato Unione cristiana sociale.
PENSIONI PIÙ RICCHE. Merkel ha promesso di aumentare i benefit per chi ha figli, rendere più ricche le pensioni per donne con figli e quelle per i lavoratori a basso reddito. Allo stesso tempo ha assicurato investimenti miliardari in infrastrutture e, soprattutto, neanche un euro di tasse in più. Secondo Bild, solo le prime due misure valgono 15 miliardi di euro all’anno e non sono altro che sparate elettorali.
SBAGLIATO ALZARE LE TASSE. La Cdu ha calcolato che nel 2017 le tasse frutteranno allo Stato 700 miliardi di euro, contro i 600 miliardi del 2012, e che quindi non è necessario per mantenere le promesse fatte alzare le tasse, strategia quest’ultima che per la Merkel «costituisce la via sbagliata da seguire».
ALLEATI SCETTICI. Merkel e conservatori sono in vantaggio sul centrosinistra ma devono conquistare voti per non essere costretti di nuovo a un governo di grande coalizione con i socialisti. Via alle promesse elettorali, dunque, che però lasciano scettici anche gli alleati del Fdp (Democratici liberi). Il leader del partito Philipp Roesler ha messo in guardia i conservatori dal farsi fuorviare dal «dolce veleno della spesa», ammettendo che le promesse della Merkel non gli sembrano realizzabili. Opinione condivisa da Kurt Lauk, a capo del consiglio economico della Cdu stessa: «Le promesse in campagna elettorale sono fatte dai partiti per essere eletti. Non è mai successo che le promesse siano poi diventate punti programmatici del governo. Lo sanno tutti gli elettori». L’austerità, dunque, è sospesa solo per il breve periodo della campagna elettorale.
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