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La preghiera del mattino

Meno male che c’è un Leone a frenare il disordine globale

Di Lodovico Festa
16 Maggio 2025
Donald Trump non è un Attila, ma conforta che ci sia un Papa capace di conservare il senso di umanità e carità proprio nel cuore dell’Occidente. Rassegna ragionata dal web
Papa Leone XIV nell'udienza ai Fratelli delle scuole cristiane, Città del Vaticano, 15 maggio 2025 (Foto Ansa)
Papa Leone XIV nell'udienza ai Fratelli delle scuole cristiane, Città del Vaticano, 15 maggio 2025 (Foto Ansa)

Sull’Occidentale Bernardino Ferrero scrive: «I professionisti del declino americano hanno trascorso gli ultimi anni a descriverci un impero in dissoluzione: una potenza stanca, lacerata, polverizzata, sempre più incapace di guidare il mondo, prima ancora che se stessa. Poi, nel volgere di poco tempo, due immagini hanno capovolto quella narrazione. La prima: il giuramento di Donald Trump per l’inizio del suo secondo mandato alla Casa Bianca – tra dazi, intemerate contro Zelensky e proclami muscolari contro le università liberal. La seconda: la fumata bianca che ha proclamato papa un cittadino americano, Robert Francis Prevost, con il nome di Leone XIV. Due immagini che non potrebbero essere più lontane, ma che – insieme – riaccendono il dibattito sul destino di un “impero” che a quanto pare non si rassegna a finire. L’America torna grande, ma – com’è nel suo stile – lo fa a modo suo: in forme diametralmente opposte. Da un lato le dichiarazioni incendiarie da Mar-a-Lago, dall’altro la mi...

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