La vicenda kafkiana di Mario Rossetti
Leggendo Io non avevo l’avvocato di Mario Rossetti (con Sergio Luciano, Mondadori, 168 pagine, 18 euro), manager Fastweb incarcerato per mesi – con completo sequestro dei beni – per un reato da cui poi è pienamente assolto, pare di vivere nel Processo (ne riportiamo l’inizio) di Franz Kafka: il carattere misterioso dell’accusa, le banali procedure d’arresto (con in più la simpatia di un figlio di carabiniere come Rossetti verso chi gli perquisisce la casa), la “cella da nove”. Talvolta le persecuzioni verso Mario appaiono più implacabili delle kafkiane, segnate anche dal tumore del figlioletto Leone. Certo, poi c’è la completa assoluzione, ma anche quest’atto benedetto documenta come l’impossibile sia avvenuto senza filtri reali.
La sobrietà di Rossetti (più citazioni di “togati” come i Falcone, i Santacroce, i Lupo) rivela lucidamente i guasti della giustizia italiana. Su Tempi si sono già descritti i nodi di una seria riforma della magistratura (a partire dalla separazione delle carriere): con questo libro si ha una motivazione in più (sconvolgente nella sua semplicità) a impegnarsi in tale decisiva battaglia.
Foto Ansa
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Piccioni Cinzia [email protected]