Marchionne: «Punteremo sull’Alfa Romeo, Fiat passerà alla fascia Premium»
Il 2014 si è aperto con la notizia dell’acquisizione da parte di Fiat di Chrysler, che l’amministratore delegato Sergio Marchionne ha definito «Un accordo importante di quelli che rimarranno nei libri di storia». Oggi, in un’intervista a Repubblica, Marchionne ha anticipato quali saranno le prossime mosse della casa automobilistica torinese in Italia: «Punteremo sull’Alfa Romeo, che sarà centrale nella nostra strategia. Basta con i motori Fiat nell’Alfa. Nel polo Mirafiori-Grugliasco si faranno Maserati, compreso un nuovo suv e qualcos’altro che per ora non dico. A Melfi la 500X e la piccola Jeep. A Pomigliano la Panda e forse una seconda vettura. Rimane Cassino che è lo stabilimento più adatto, avendo più capacità produttiva, per il rilancio dell’Alfa Romeo. Mi impegno: quando il piano industriale sarà a pieno regime, la rete industriale sarà piena, basta con la cassa integrazione, col tempo rientreranno tutti i lavoratori».
«NESSUN DANNO PER L’ITALIA, ANZI». Marchionne ha replicato alle paure che si sono diffuse dopo l’accordo firmato con Detroit sul fatto che ora si andasse contro la sopravvivenza degli stabilimenti italiani. «È vero il contrario – ha precisato Marchionne -. Quest’operazione ha riparato Fiat e i suoi lavoratori dalla tempesta della crisi italiana ed europea, che non è affatto finita. Non solo: ha dato la possibilità di sopravvivere all’industria automobilistica italiana in un mercato dimezzato, e potrà ripartire con basi, dimensioni e reti più forti».
RIVOLUZIONE. Marchionne ha quindi spiegato la nuova strategia che ha in mente per Fiat, un cambio di rotta radicale nella produzione. «La nostra strategia è uscire dal mass market, dove i clienti sono pochi, i concorrenti sono tanti, i margini sono bassi e il futuro è complicato. Andremo nella fascia Premium, prodotti di alta qualità, con concorrenza ridotta, clienti più attenti, margini più larghi. In fondo abbiamo marchi fantastici e per definizione Premium, come l’Alfa Romeo e la Maserati. Perché non reinventarli?». Al direttore di Repubblica che gli ha chiesto perché non l’avessero già fatto, Marchionne ha risposto con una stoccata: «E lei, mi scusi, che ne sa?», poi ha aggiunto: «Sa della Maserati a Grugliasco, dove lavora gente in guanti bianchi a scegliere le rifiniture in pelle per andare sui mercati del mondo. Ma non sa che nei capannoni-fantasma, mimetizzati in giro per l’Italia, squadre di nostri uomini stanno preparando i nuovi modelli Alfa Romeo che annunceremo ad aprile, e cambieranno l’immagine del marchio riportandolo all’eccellenza assoluta». Per quanto riguarda invece gli altri marchi, l’idea di Marchionne è che «Fiat andrà nella parte alta del mass-market, con le famiglie Panda e Cinquecento, e uscirà dal segmento basso e intermedio. Lancia diventerà un marchio soltanto per il mercato italiano, nella linea Y».
DIFFERENZE DI MERCATO. Marchionne ha anche parlato di quelli che ritiene gli handicap del mercato nel nostro paese. «Se porti un’idea nuova, in Italia trovi subito dieci obiezioni. In America nello stesso tempo trovi dieci soluzioni a possibili problemi». Ha anche spiegato che «Fiat è quotata a Milano, poi andremo dove c’è un accesso più facile ai capitali. Non c’è dubbio che il mercato più fluido è quello americano, quello di New York, ma deciderà il Consiglio di amministrazione. Io sono pronto anche ad andare a Hong Kong per finanziare lo sforzo di Fiat-Chrysler». Sulla nuova società nata dall’unione di Fiat e Chrysler, l’ad ha anticipato che «Avrà un nome nuovo. E spero che la fusione si faccia subito, con l’approvazione del Cda al dividendo Chrysler di 1,9 miliardi. A quel punto il processo è chiuso, si può partire».
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