

Kim Young Soon ha vissuto dieci anni in un gulag nordcoreano, prima di essere rilasciata e di riuscire a fuggire da quella che lei definisce una «nazione gulag» nel 2005. Kim è tra le poche persone ad essere riuscita a sopravvivere a un gulag e a scappare dal regime comunista per raccontarlo al mondo.
COLPEVOLE DI AMICIZIA. Nata in una famiglia agiata della Corea del Nord, era compagna di classe all’Accademia e grande amica di Song Hye Rim, l’attrice più famosa della Corea del Nord, che sarebbe poi diventata l’amante del dittatore Kim Jong-il, morto nel dicembre scorso, e madre del primogenito (ora ripudiato) Kim Jong Nam. Nel 1970, Kim è stata rinchiusa senza spiegazione nel campo di prigionia di Yodok insieme a sette membri della sua famiglia. Nel 1989, dopo essere stata rilasciata, capi perché: «Un funzionario da Pyongyang venne a casa mia e mi disse: Song Hye Rim non è mai stata assieme a Kim Jong-il e non ha mai avuto un figlio con lui, quindi smetti di raccontare in giro in queste cose. La mia unica colpa è essere stata amica di Song».
«MANGIAVO I TOPI». Nel gulag, come ha raccontato lei stessa durante una lezione all’Harvard University’s Kennedy School of Government, «lavoravo dalle 4 di mattina fino a notte fonda. Ho assistito alla morte di quasi tutti i miei familiari e ho partecipato a infinite sessioni di autocritica insieme ad altri prigionieri». La cosa peggiore che ricorda, però, come testimoniava anche il dissidente nato e cresciuto in un gulag Shin Dong-hyuk, è la fame: «Cerchi di afferrare e mangiare tutto ciò che si muove nell’erba o cresce nei campi per sopravvivere, inclusi ratti e piante».
IL RILASCIO E LA FUGA. Dopo 9 anni di gulag, Kim è stata rilasciata con il figlio e la figlia. Suo figlio venne giustiziato pubblicamente dopo essere stato catturato mentre cercava di scappare dal paese. Kim, dopo essere riuscita a sopravvivere alla grande carestia degli anni 90, riuscì a scappare dalla «nazione gulag» nel 2005. Oggi Kim vive a Seul e, afferma, «la mia sola responsabilità è dire al mondo come si vive davvero in Corea del Nord».
200 MILA NEI GULAG. In Corea del Nord, anche se non esistono dati ufficiali, nei gulag vivono ancora oggi circa 200 mila persone. In proporzione alla popolazione la percentuale è la stessa dei rinchiusi nei gulag dell’Unione Sovietica durante gli ultimi anni della dittatura di Stalin. La maggior parte della gente rinchiusa è familiare di un prigioniero politico anche se, secondo esperti, oggi si hanno meno probabilità di essere incarcerati nei gulag per reati politici rispetto a 20 anni fa.
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Avevo già sentito parlare di Kim Young Soon, come anche di altri fuoriusciti. Ancora adesso non riesco a capire come abbiano fatto ad uscire da quella nazione (oltre che dal lager: è veramente strano che Kim Young Soon sia stata rilasciata; di solito in Nord Corea le condanne al lager durano tutta la vita). Il problema è che una nazione come la Nord Corea ha bisogno di manodopera schiavistica per poter sopravvivere, altrimenti collasserebbe. L’unica triste ironia che mi viene da fare è pensare che il motivo per cui la Nord Corea ha sempre fatto schifo ai meetings di atletica nella specialità di salto in alto è che i più bravi sono già fuggiti