Magnaschi (ItaliaOggi): «Pdl e Pd, i due estremi del bipolarismo sono bolliti» – Rassegna stampa/2

Di Redazione
30 Maggio 2011
Pierluigi Magnaschi ha commentato a Tempi la condizione, a poche ore dai risultati dei ballottaggi, dei principali partiti: «Il Pdl non ha una struttura, è una persona, Berlusconi, che però oggi non è più in grado di stupire. Se non trova nuovi obiettivi implode. La Lega vorrebbe ma non può rompere con il Cav. Il Pd è in una situazione drammatica, sono i grandi sconfitti»

Pierluigi Magnaschi, direttore di ItaliaOggi, ha commentato a Tempi lo stato di salute dei principali attori del bipolarismo italiano: «Con il Berlusconi di oggi che non è più quello di un tempo, se il Pdl non cambia obiettivi e organizzazione rischia di implodere. La Lega vorrebbe rompere l’alleanza con il Pdl ma non può, pena il dimezzamento dei voti. Il Pd è il grande sconfitto di queste elezioni, costretto a portare i voti ai candidati degli altri».

Tra poche si conosceranno i risultati dei ballottaggi. Che vinca o perda a Milano e Napoli, il Pdl ha bisogno di cambiare qualcosa?
Se non trova nuovi percorsi, il Pdl è arrivato a fine corsa. Ha perso nei confronti dell’elettorato lo spirito di un tempo e se non trovi nuovi obiettivi rischia di implodere. Berlusconi oggi non è più quello che ha la soluzione in tasca, in grado di stupire. La tentazione nel partito di trovare alternative è molto forte, e non essendo il Pdl un partito strutturato ma, di fatto, una persona precisa, devono trovare nuove idee e organizzazione. Avevano detto che si sarebbero tagliate le tasse ma non si può, la riforma del lavoro è ferma. Così non può andare avanti.

La Lega ha chiesto esplicitamente che Berlusconi indichi un successore.

Anche loro non sanno dove andare e cercano di buttare l’imbarazzo nel Pdl. La Lega non può divorziare dal Pdl e allearsi con il Pd, anche se vorrebbero: ci hanno già provato in passato e il risultato è stato il dimezzamento dei voti, perché sono una forza di centrodestra.

In un’intervista a Repubblica, Massimo Cacciari ha avvertito il Pd di stare attento, perché la vittoria alle amministrative non significa vittoria alle politiche.
Questo è un argomento vecchio, da sempre il Pd ha più presa alle amministrative perché meglio strutturato a livello locale. C’è un elemento nuovo adesso: anche se vincesse a Milano e Napoli, queste elezioni le ha perse in modo clamoroso perché in entrambe le città ci sono due candidati non del Pd. Pisapia e De Magistris, rispettivamente di Rifondazione Comunista e Idv, sono i bambini che hanno picchiato Tyson umiliando nelle primarie i candidati del Pd. E il Partito democratico, che è la struttura che alla fine porta i voti, è costretto a portare le borracce agli outsider. Insomma, anche il Pd è in una situazione drammatica: entrambi gli estremi del bipolarismo sono bolliti.

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